da Tecnica della Scuola
Berlinguer pensa ad una nuova riforma dell’esame di Stato
di L.F.
A sostenere la tesi che l’attuale formulazione di esame di Stato è giunta la capolinea è proprio il suo genitore, Luigi Berlinguer
Infatti fu proprio lui nel 1997, quando era ministro, a riformare l’esame di Stato. Fu proprio allora che si passò dall’esame di maturità, che prevedeva solo due scritti e l’orale di due sole materie, al nuovo esame di Stato, che introdusse la terza prova scritta, prodotta dalla Commissione d’esame, e l’orale su tutte le discipline.
Con Berlinguer si introdusse anche il credito scolastico, in modo da creare un filo conduttore valutativo tra percorso curricolare ed esame di Stato. La riforma Berlinguer mai attuata completamente, prevedeva una generale riorganizzazione della scuola italiana volta ad accorciare di un anno il percorso formativo dei nostri ragazzi.
A distanza di 15 anni dal suo tentativo di riforma, Berlinguer non ha cambiato idea ed insiste, pienamente convinto, nel sostenere la sua lungimirante idea di scuola europea. In questo contesto nasce la sua proposta di riforma dell’esame di Stato. Si pensa ad un esame con una valutazione che scaturisca da forme di verifica in itinere durante il quinquennio, centralizzate ed esterne. Sul modello dell’Invalsi, ma attuato con regolarità e su più materie e con formule diverse.
Alla fine del percorso curricolare si dovrebbe affrontare una prova finale Nazionale. Questo modello di riforma dell’esame di Stato potrebbe essere di sprone, per docenti ed alunni, per avviare un’efficace percorso di valutazione del nostro sistema scolastico, che per il momento risulta essere troppo chiuso e refrattario alle valutazioni esterne.