Il tototema agli esami di maturità? Uno sport della mente

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Il tototema agli esami di maturità? Uno sport della mente

Messaggiodi edscuola » 5 giugno 2012, 5:57

da Tecnica della Scuola

Il tototema agli esami di maturità? Uno sport della mente
di Pasquale Almirante

E' regolarmente iniziato il tam-tam fra chi azzecca i titoli dei temi della prima prova scritta ai prossimi esami di stato: ma se fosse un modo per nascondere con le parole il pensiero o per mettere in avviso gli esperti?
Non c'è stato anno infatti, da che siamo entrati a scuola, prima come studenti, poi come docenti e infine come osservatori delle cose della scuola, che con regolarità ormai svizzera (diciamo Svizzera perchè da quelle parti tutto pare regolare e preciso) non appaia su tutti i giornali della repubblica il consueto titolo sugli anticipi dei titoli dei temi agli esami di stato.
Tototema fra l'altro, col suo richiamo al Totip e al totocalcio e quindi alle scommesse sui risultati delle squadre del campionato, sintetizza bene questa aspirazione ad azzeccarla, ma come succede ormai da sempre, contrariamente al “superenalotto” che ogni tanto centra il risultato, giammai, a nostra memoria, il pronostico ha preso la gatta nel sacco, nel senso che ha potuto vendere la pelle dell'orso prima di avere catturato l'animale. I ragazzi innanzi tutto, supportati dai loro docenti, si sono da sempre spremute tutte le meningi per centrare l'argomento, hanno controllato tutti gli almanacchi con ricorrenze, date, eventi e conseguenti calcoli di probabilità, ma poi all'atto pratico dal cilindro sigillato del ministero è uscito sempre ben altro, spesso anche assai distante dalla previsione.
Solo raramente è successo che qualcuno si sia avvicinato a un preciso tema, ma sempre con un margine non del tutto accettabile sul pronostico, mentre di sicuro appeal è stata da tempi immemorabili la fatidica cartucciera. Sappiamo con certezza che presso alcune piccole comunità, marine e montane, questo strumento dell'antica arte del cucito venatorio si sia tramandato da generazioni in generazioni, benchè da qualche anno sia passato anch'esso quasi in disuso, soppiantato dalla moderna tecnologia che, a parità di rischio, dà molte più certezze di agganciare l'argomento.
E tra gli argomenti che qualcuno sta mettendo sul campo per gli esami di questa tornata diplomante ci sarebbe in primo piano Gabriele D'Annuzio (non sappiamo però a quanto sia dato), mentre qualche punto in meno raccoglie Primo Levi, a pari merito (frazione in più frazione in meno ma siamo là) con Giovanni Pascoli.
Sul tema storico invece si sibila che il 2012, portando con se il 90° (e parlando di totocalcio e tototema siamo in pieno tema col 90° minuto) anno della Marcia su Roma dei Fascisti, è assai probabile che il ministero non si lasci sfuggire un'occasione tanto ghiotta, seppure rischi qualche assalto di apologia di dittatura che può dare fastidio a qualcuno, per cui un dubbio fondato persiste.
In ogni caso pensiamo pure fermamente che il totoesame sia stato inventato da qualcuno per mettere in avviso il Miur, ma nel senso opposto del pronostico e del suo azzeccarci. In altri termini i giornali aprono la caccia all'argomento messa in campo dai ragazzi, e dai loro docenti, ne amplificano il messaggio in modo che gli esperti del ministero siano messi in guardia, sapendo con largo anticipo cosa si aspetterebbero gli studenti. E saputolo in modo così eclatante, i barbasavi della Minerva sovvertono tutte le aspettative e cambiano con prestidigitazione ammirevole gli argomenti in quattro e quattr'otto.
Una quinta colonna insomma il tototema per fare breccia contro l'arrovellante spulciare argomenti e soluzioni.
Per questo ci viene in mente il Talleyrand che diceva essere importante per un diplomatico nascondere il pensiero con le parole. Accadeva allora che la cuoca gli preparasse pietanze in umido quando chiedeva asciutto e viceversa; e quando lui chiese l'opposto, proprio per affermare il suo principio, la cuoca pensò invece che non nascondesse più il pensiero con le parole cosicchè mangiò sempre l'opposto di ciò che la gola, attraverso il suo pensiero, gli dettava.
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