Dormire sotto i ponti per laurearsi

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Dormire sotto i ponti per laurearsi

Messaggiodi edscuola » 13 febbraio 2008, 17:54

da LASTAMPA.it

Dormire sotto i ponti per laurearsi

Studenti contro il caro-casa a Parigi. Il sindacato lancia la protesta: affitti troppo alti per i giovani


DOMENICO QUIRICO

CORRISPONDENTE DA PARIGI
Il manifesto non ha certo il quieto pudore della reticenza. Al centro del letto due giovani sono impegnati in estremistici palpeggiamenti. Sui bordi i genitori dormono santamente indifferenti. «E pensare che c’è chi dice che gli studenti non hanno problemi di alloggio»: sopra la scena il commento, acre, dell’Unef, il maggiore sindacato studentesco francese, che lo ha ideato e lanciato. Se non solleverà il bigottismo giudiziario di qualche magistrato, il manifesto dovrebbe raggiungere il suo scopo: richiamare l’attenzione, governativa soprattutto, sulla drammatica situazione abitativa dei giovani. Eppure allo scopo dovrebbe essere assai sufficiente la piatta lettura delle cifre: in Francia ci sono solo 156 mila posti nei collegi studenteschi per due milioni 200 mila studenti; a Parigi sono 3500 per 310 mila giovani. Gli altri, ovviamente quelli non ricchi e che non possono pagare le tariffe irraggiungibili dell’immobiliare - a Parigi nulla sotto i 400 euro - dove vanno? Finiscono incasellati in una sigla, l’acronimo dell’incubo abitativo: «SDF» ovvero senza domicilio fisso. E’ una bohème giovanile ormai senza nessun fascino.

Si raccontano a proposito odissee e tribolazioni degne dei romanzi di Dickens. Per esempio, universitarie costrette ad accettare brutali mercati: sesso e attività da persona di servizio in cambio di alloggio. E’ stata pubblicata tutta una letteratura di annunci, missive immobiliari esplicite di maschi che offrono un tetto a studentesse «450 euro più due week end di sesso al mese».

E’ il lato estremo dell’arrangiarsi. Riguadagnando qualche linea verso una anormalità meno trucida ci sono gli studenti che la sera si trasferiscono con le magre masserizie nei centri di accoglimento per i senza casa; c’è chi dorme in auto, chi si è insediato in un caravan poco distante dalla facoltà, chi divide nove metri quadri con altri 3-4 giovani.

A Montpellier la Croce rossa offre a studenti senza fissa dimora un recapito dove ricevere la corrispondenza; ogni week end i locali si riempono di giovani che vengono a consumare un pasto caldo, a fare la doccia o a lavare i panni. Altri cercano soccorso presso i centri Emmaüs, l’associazione creata dall’abbé Pierre per i poveri di strada. C’è chi trova lavoro nei fast food e dorme lì dopo la fine dei turni. Alcuni sono passati nelle file degli squatters. Hanno formato un collettivo e occupano un palazzo nell’ottavo arrondissement. Ogni tanto la polizia li sgombra, loro ritornano. La solidarietà tra i fortunati e i derelitti risolve per brevi periodi almeno qualche problema. I sindacati studenteschi invocano almeno un miliardo di euro per costruire e rinnovare le case a basso canone nelle città universitarie.
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