da ItaliaOggi
Inidonei, posto al sole per pochi
Solo 700 su oltre 4mila hanno accettato il demansionamento
Carlo Forte
I docenti permanentemente inidonei all'insegnamento, che hanno optato per la ricollocazione nei ruoli del personale Ata, otterranno la sede definitiva prima delle operazioni di mobilità di quest'anno. E se la sede non sarà di loro gradimento potranno chiedere di partecipare alle operazioni di mobilità.
A questo proposito l'amministrazione riaprirà i termini per le domande appositamente e poi si procederà alle operazioni. É quanto si evince dall'ipotesi di contratto integrativo siglata dai rappresentanti dell'amministrazione e dei sindacati rappresentativi della scuola il 12 aprile scorso. L'accordo prevede che l''assegnazione di sede definitiva, secondo i criteri di priorità e le modalità indicate ai commi 1 e 2 dell'art. 5 del contratto sulla mobilità di quest'anno, sarà disposta anche a favore del personale già docente inidoneo con sede provvisoria, inquadrato nei profili professionali di assistente amministrativo e di assistente tecnico, ai sensi dell'articolo 19, comma 12, della legge 15 luglio 2011, n. 111. Tale personale potrà partecipare, a domanda, alla mobilità qualora non soddisfatto relativamente alle preferenze espresse. Nell'ambito dei trasferimenti gli interessati saranno considerati senza sede definitiva e parteciperanno, pertanto, sempre in seconda fase come proveniente da fuori sede rispetto a qualunque sede richiesta. Ai fini dell'attribuzione del punteggio si applicheranno le tabelle di valutazione dei titoli e dei servizi di cui all'allegato E del contratto sottoscritto il 29 febbraio 2012, e note connesse. I termini per la presentazione delle domande e le disposizioni di attuazione saranno indicati dal direttore generale della direzione generale del personale scolastico del ministero dell'istruzione. Sembra volgere al termine, dunque, l'annosa querelle dei docenti dichiarati inidonei all'insegnamento che, a seguito delle disposizioni di legge emanate negli ultimi anni, sembravano rischiare il licenziamento da un momento all'altro. Anche se è ancora presto per dirlo. La ricollocazione nei ruoli del personale Ata, infatti, riguarderà solo una piccola parte dei docenti potenzialmente interessati: circa 700. A fronte di oltre 4mila inidonei da ricollocare e circa 1100 posti accantonati per la ricollocazione. La prospettiva del demansionamento ( di questo si tratta) ha indotto infatti molti docenti ad astenersi dal presentare la domanda di ricollocamento. Anche in vista di una possibile ricollocazione in altra amministrazione in qualifiche più adeguate al livello dei docenti. Sebbene allo stato non sia ancora possibile il confronto tra la qualifica di docente e le altre qualifiche del pubblico impiego, un primo parametro può essere comunque individuato nel possesso del titolo di studio. Che nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda il personale docente, è la laurea. Tale parametro è già sufficiente per individuare la qualifica di funzionario, in luogo di quella di impiegato. Di qui il demansionamento che i docenti transitati nei ruoli del personale Ata sono costretti a subire. Demansionamento tutt'altro che scontato, invece, qualora si procedesse ad attivare la mobilità intercompartimentale, laddove i docenti interessati potrebbero legittimamente aspirare ai ruoli dei funzionari, sicuramente più vicini alla qualifica posseduta. Specie se si fa un salto indietro nel passato, quando le qualifiche del pubblico impiego comprendevano il sesto e il settimo livello. Qualifiche entro le quali erano inquadrati anche i docenti, rispettivamente, di scuola elementare e secondaria.