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Messaggiodi edscuola » 29 febbraio 2012, 6:49

da tuttoscuola.com

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L’espressione si trova nel blog del ‘Gruppo di Firenze’, associazione nota per il suo impegno a favore di una maggiore responsabilità da parte di tutti gli attori del processo educativo, ed è il titolo polemico di un commento pubblicato nei giorni scorsi relativo alla sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il Ministero dell’Istruzione a risarcire il danno fisico subito da una alunna sedicenne in gita scolastica caduta da un lastrico di copertura cui si accedeva scavalcando il parapetto del balcone della stanza d’albergo in cui era ospitata.

Dopo questa sentenza il ‘Gruppo di Firenze’ non esita ad aggiungere la magistratura (“sia quella amministrativa, che ha spesso dato seguito ai più improbabili ricorsi di studenti e genitori, sia quella penale, con sentenze a volte pesantemente punitive nei confronti dei docenti colpevoli di ‘omessa vigilanza’”) all’elenco dei “cattivi maestri” per aver dato l’ultimo di “un’infinita serie di cattivi esempi che sempre più consolidano nei giovani l’idea di avere molti diritti ma nessuna responsabilità”.

Il passaggio della sentenza che desta più preoccupazione è quello che afferma in termini generali l’esistenza per l’istituto scolastico di un “obbligo di diligenza per così dire preventivo, consistente, quanto alla gita scolastica, nella scelta di vettori e di strutture alberghiere che non possano, né al momento della loro scelta, né al momento della loro concreta fruizione, presentare rischi o pericoli per l'incolumità degli alunni”.

Così stando le cose, commenta il redattore del blog, gli insegnanti dovrebbero cominciare a considerare seriamente l’ipotesi di una “generalizzata astensione da viaggi e visite di istruzione, che li espongono (gratis) al rischio di vedere stravolta la propria esistenza”. E ciò “almeno fino a che la normativa in materia non sarà profondamente ridefinita”.

Sarebbe saggio, a nostro avviso, che il Miur accogliesse quest’ultima indicazione con la sollecitudine che merita l’obiettivo di conservare e magari rilanciare l’utile pratica delle visite di istruzione, che rischia di essere gravemente ostacolata se non si definiscono meglio le responsabilità della scuola e degli insegnanti.
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