da Corriere della Sera
La statistica: negli ultimi anni maturi tra il 97 e il 98 dei candidati
Archiviato il «quizzone». Ora via agli orali
L'ultimo ostacolo: il faccia a faccia con i sette professori-commissari. E il prossimo anno la terza prova cambia
MILANO - Saranno maturi e diplomati. Se proprio non tutti i 495.771 candidati all’esame 2011, sicuramente il 97 virgola qualcosa, come nella tradizione di questi ultimi anni. Dopo il tour de force dei tre giorni dedicati alle prove scritte e al «quizzone» (che poi quizzone non è, perché molte scuole preferiscono verificare competenze e conoscenze con le domande a risposta aperta, da cinque a quindici righe), ai maturandi non rimane che l’ultimo scatto, passare sotto le forche caudine della commissione, e sedersi faccia a faccia con i sette professori-commissari.
IL VOTO - La votazione finale scaturirà dalla somma delle tre prove scritte (al massimo 15 punti ciascuna), dal colloquio finale (fino a 30 punti), dal credito scolastico relativo agli ultimi tre anni (massimo 25 punti) e, eventualmente, dal bonus a disposizione della commissione, fino a 5 punti (a patto che un credito scolastico di almeno 15 punti e il risultato complessivo nella prova d’esame pari ad almeno 70 punti, tra scritti e orale). Per gli studenti brillanti che puntano alla lode (negli anni passati furono quasi tremila) sarà necessario aver accumulato il massimo dei crediti a partire dal terzo anno, non avere una materia al di sotto dell’otto in quarta e quinta ed anche aver ricevuto il massimo della valutazione nelle tre prove scritte e negli orali.
I RISULTATI - Nel 2010 si era diplomato il 97,6 per cento degli studenti esaminati. Nel 2009 era il 98,3 (ma ci furono più studenti non ammessi); nel 2008 si diplomò il 98,2, nel 2007 era stato 97,9 per cento). Nei licei classici, la promozione sfiora il 99 per cento, allo scientifico il 98,6 per cento, nei tecnici il 96,4 per cento. Il ministero dell’Istruzione, lo scorso anno, ha reso noto i dati del quinquennio 2004-2009, e si limita ad offrire dati finali provvisori e su un campione limitato di scuole «a caldo», cioè subito dopo la conclusione degli esami.
LA PROMESSA - Intanto, la ministra Mariastella Gelmini ha lanciato la consueta promessa di inizio maturità: alla prossima edizione, «per evitare differenti gradi di difficoltà dei quesiti della terza prova», ci sarà una serie di domane a risposta multipla, simili a quelle utilizzate dall’Invalsi per i ragazzini della licenza media. «L’obiettivo – ha detto la ministra – è realizzare un sistema di valutazione omogeneo per tutto il Paese». Ma ha tralasciato un dettaglio: sarà una quarta prova o sostituirà il «quizzone» fatto in casa dalla commissione? La logica, vista la complessità della macchina ministeriale, spinge per la prima ipotesi, ma c’è davanti un intero anno. Si vedrà.
Giuseppe Tesorio