Fioroni ridisegna la scuola e boccia le classi “speciali”

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Fioroni ridisegna la scuola e boccia le classi “speciali”

Messaggiodi edscuola » 11 gennaio 2008, 18:17

da Il Secolo XIX Web

Fioroni ridisegna la scuola e boccia le classi “speciali”
Donata Bonometti

Contro le classi che radunano i somari o i bravi. Contro l’esperienza, che a Genova continua imperterrita, di una classe di soli ripetenti in auge da settembre all’istituto professionale Giorgi; contro la proposta di un consigliere regionale ligure di An di istituire le classi degli “eccellenti”. «Suvvia questo non è premiare il merito, è segregare il merito...» è il commento del ministro Giuseppe Fioroni ieri a Genova a concludere, ai Magazzini del Cotone, la conferenza regionale sulla scuola istituita dalla Regione. Tuttavia nel lungo “a tu per tu” (con il tramite di Mario Paternostro, intervistatore) con una platea debordante il ministro dell’Istruzione sulla meritocrazia ha battuto a lungo. Puntando a incentivi alle scuole migliori e agli insegnanti che perseguono didattica e aggiornamento, «perché come ci spiega l’Ocse il futuro dei ragazzi, la loro preparazione,e quindi la loro occupazione dipende dal dirigente scolastico e dagli insegnanti».

Quindi l’incentivo non sono le classi speciali. E al vicepresidente della Regione Massimiliano Costa che sostiene che la vicenda della classe di ripetenti del Giorgi non è ancora stata risolta perché ci sarebbe l’impedimento di « un forte appiglio giuridico», Fioroni chiede: «Ma come mai non mi è ancora arrivata dopo mesi la relazione degli ispettori?» . Risposta travolta dalla folla. Che siano, gli insegnanti, elettori di destra o di sinistra, Fioroni raccoglie sempre pubblica ovazione. Quasi nulle le contestazioni.

Il ministro è fresco fresco dell’ultima polemica riguardo la mancata iscrizione alle scuole materne dei bimbi clandestini e dei poveri da parte del Comune di Milano. Ribadisce sbrigativo (ascoltalo al microfono di Valentina Massa): «Ho messo in atto una circolare del Comune di Milano e una legge dello Stato firmata dalla Moratti come ministro, e dalla stessa negata come sindaco...non è che cambiando poltrona si cambia la legge». E questo è un punto fermo alla vicenda.

Fioroni anticipa quali sono i programmi del suo dicastero per l’immediato futuro: «Intanto stiamo lavorando al riordino di una parte delle scuole superiori, ai nuovi istituti tecnici e ai professionali di Stato indispensabili per il sistema Paese, per l’economia, dal momento che le nostre aziende hanno bisogno di 80 mila posti di quadri e devono reclutarli all’estero... anche per questo pensiamo di istituire un biennio di specializzazione dopo il diploma sulla falsariga dell’Accademia del Mare di Genova. Dunque una garanzia anche di occupazione radicata nel territorio». L’Accademia del Mare, nata due anni fa su iniziativa della Provincia di Genova, forma ufficiali per la Marina mercantile molto richiesti dalle compagnie di navigazione italiane e non.

E poi la complicata questione dell’accesso alla professione: «Il meccanismo che formava i precari è stato finalmente interrotto. Finisce l’epoca del “un precario non si nega a nessuno”. Si entrerà di ruolo solo dopo aver vinto un concorso che verrà istituito in base al numero di cattedre vacanti, quindi in base ai bisogni effettivi della scuola. Dopo il concorso, due anni di praticantato prima di essere immesso definitivamente e a pieno titolo nell’insegnamento». Il ministro promette entro aprile il regolamento per la formazione iniziale e per l’accesso. Spera per quell’epoca che il Parlamento abbia legiferato anche sugli organi collegiali. Ma gli applausi più convinti Fioroni se li guadagna dal popolo della scuola quando lo difende dagli attacchi di una famiglia che vive una piena «emergenza educativa e gioco a scaricare ruoli e responsabilità».

«Dobbiamo fare la nostra parte, non di più -incalza- non piegandoci davanti a una famiglia che quando va in crisi diventa eisgente con gli altri». E cita se stesso, «poco presente col figlio e che difendevo come un sindacalista davanti e contro gli insegnanti». E soffermandosi sul patto di corresponsabilità scuola-famiglia, ribadisce che in caso di vandalismo nelle classi anche i genitori devono pagare perché significa «condividere insieme che quel che vale a casa vale anche a scuola». Infine la stoccata a Luigi Berlinguer ma soprattutto a Luigi Mastrobuono, vicedirettore generale di Confindustria, che ieri in apertura di conferenza regionale avevano auspicato una scuola più tecnica.

Risposta del ministro :«Prima di preoccuparci se la nostra scuola è troppo umanista o troppo scientifica ci dobbiamo preoccupare che sia seria». Vale a dire «serve una scuola che in qualche modo riesca a far apprendere ai nostri ragazzi quelle competenze in italiano, storia, geografia e matematica che, come abbondantemente dimostrato, non hanno». E va in quella direzione il ridotto finanziamento a progetti multimediali a favore della “didattica in classe”. Ricordando che più del 50% degli studenti di terza media viene promosso con il sufficiente. «E voi tutti sapete - ha concluso rivolgendosi alla platea - che non sanno niente e che i poveri di competenze di oggi, non competeranno domani».
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