da LASTAMPA.it
Troppi docenti, il Ministero annuncia 10.000 tagli
ROMA
Il Ministero della Pubblica Istruzione intende tagliare 33 mila posti nei prossimi tre anni, di cui 11 mila già a partire da settembre: la denuncia arriva dal coordinatore della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, secondo cui la cancellazione di migliaia di posti di lavoro «condanna l’istruzione italiana a scendere a un livello sempre più basso».
Nell’incontro di sabato a viale Trastevere i sindacati hanno appreso che dal prossimo anno i tagli peseranno per 6 mila unità nelle scuole superiori, 5 mila nella scuola primaria e non potranno più essere assegnati posti di sostegno in deroga; per il momento non saranno invece toccate la scuola dell’infanzia e quella secondaria di primo grado.
Nel 2008 i tagli riguarderanno in netta prevalenza il personale docente: rispetto all’attuale organico spariranno infatti 10 mila cattedre, mentre gli amministrativi, tecnici ed ausiliari verranno ridotti solo di mille unità. In tal modo il ministero intende allineare il numero di docenti ogni 100 studenti da 9,5 a 9, avvicinandolo alla media Ocse di 7,5.
Per attuare questo progetto, hanno spiegato il direttore generale del personale e i responsabili degli organici della PI ai sindacati, si provvederà alla cancellazione delle sperimentazioni nei licei, alla riduzione del numero degli indirizzi e all’eliminazione dell’organico funzionale in tutti gli ordini e gradi di scuola.
La novità più importante è quella che non potranno più formarsi classi iniziali con un numero troppo esiguo di studenti. Altri tagli agli organici potranno poi giungere attraverso la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi, come previsto dalla legge finanziaria: in particolare, in alcune regioni e province verrà avviato un piano sperimentale per migliorare efficacia ed efficienza del sistema scolastico, ovvero per diminuire la spesa.
I risparmi saranno tuttavia assegnati solo alle scuole che avranno contribuito a raggiungere gli obiettivi prefissati. Secondo i dirigenti ministeriali tutto ciò comporterà solo un risparmio a danno delle supplenze, ma non una riduzione dell’ offerta formativa.
«Ma così - ribatte Di Meglio - saranno operati i tagli annunciati. E ad aggravare ulteriormente la situazione sarà il sovraffollamento delle classi, che potranno essere formate anche da 33 alunni, compromettendo la sicurezza e la salute di allievi e insegnanti».
«È evidente che esiste una stretta correlazione tra i tagli sistematici con i quali, da oltre un decennio, i governi stanno sistematicamente colpendo la scuola statale, e il costante peggioramento della qualità dell’istruzione rilevato anche dai rapporti dell’Ocse», conclude il leader della Gilda.
Anche i Confederali parlano di tagli indiscriminati che «perseguono esclusivamente un obiettivo di contenimento della spesa a discapito della qualità del servizio». I sindacati ricordano poi che questo tipo di politica all’insegna dei tagli diventa ancora più paradossale a fronte dell’aumento complessivo, per il prossimo anno, di 20 mila alunni.
Si tratterebbe, in ogni caso, di una politica già avviata nel 2007: nell’anno in corso, anche a fronte di un aumento 15 mila studenti, sono state già cancellate poco più di 9 mila cattedre (inizialmente sarebbero dovute essere quasi 20 mila) e oltre mille classi.
Per ora l’operazione è stata resa possibile quasi esclusivamente autorizzando la formazioni di classi anche con più di 30-32 alunni; presto si prevede, tra le possibilità, anche quella di riportare alcune migliaia di docenti (impegnati in altre attività) nel loro luogo «naturale»: ad insegnare dietro alla cattedra.