Bersani: ''il premier schiaffeggia la scuola''

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Bersani: ''il premier schiaffeggia la scuola''

Messaggiodi edscuola » 27 febbraio 2011, 18:10

da Repubblica.it

Bersani: "il premier schiaffeggia la scuola"
Replica del Cavaliere: "Travisate le mie parole"

Il leader Pd: E' nel cuore degli italiani, non permetteremo a Berlusconi di distruggerla". Anche i finiani all'attacco. Maria Stella Gelmini: "Da Berlusconi nessun attacco, solo la difesa della libertà di scelta educativa delle famiglie". Franceschini: "Subito in piazza, per difendere l'istruzione pluralista". ItaliaFutura: "Chi parla di bunga bunga lasci stare la formazione dei giovani"

ROMA - "La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile". Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha replicato alle parole pronunciate ieri 1 da Silvio Berlusconi.

"Con richiami di sapore antico - dice Bersani - Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l'intelligenza e la coscienza civile del Paese. All'elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica - prosegue il segretario del Pd - è il luogo in cui l'Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica - conclude - e non permetteremo che Berlusconi la distrugga".

Il premier non si è fatto attendere e ha smentito le sue stesse dichiarazioni: "Ancora una volta la sinistra ha travisato le mie parole". "Non ho mai attaccato la scuola pubblica", ha detto il Presidente del consiglio. "L'insegnamento libero ripudia l'indottrinamento" ha specificato il Cavaliere. "Ho solo denunciato l'influenza deleteria dell'ideologia". "Il mio Governo ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dell'Università, proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignità a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nell'educazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati". "Questo non significa - prosegue il premier - non poter ricordare e denunciare l'influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all'educazione dei figli".

A difendere Berlusconi era scesa in campo proprio il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini: "Dal presidente del Consiglio non c'è stato alcun attacco alla scuola pubblica", ha detto. "Il presidente Berlusconi, intervenendo ieri al Congresso dei Cristiano Riformisti, ha ribadito la posizione contraria del governo alle adozioni da parte dei single e delle coppie gay, ha confermato l'impegno della maggioranza ad approvare quanto prima la legge sul testamento biologico e si è speso in difesa di un principio sacrosanto: la libertà di scelta educativa delle famiglie". "Il pensiero di chi vuol leggere nelle parole del premier un attacco alla scuola pubblica - rimarca il titolare del dicastero di viale Trastevere - è figlio della erronea contrapposizione tra scuola Statale e scuola Paritaria". "Per noi, e secondo quanto afferma la Costituzione italiana - conclude Gelmini - la scuola può essere sia Statale, sia Paritaria. In entrambi i casi è un'istituzione pubblica, cioè al servizio dei cittadini".

E immediatamente, Bersani ha risposto alla Gelmini: "Se fosse un vero ministro, invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe prendere atto degli inaccettabili attacchi che il premier ha rivolto agli insegnanti e alla scuola pubblica e dovrebbe dimettersi".

Dal canto suo, la Gelmini ha ribadito, commentando la richiesta di dimissioni: "Bersani si rassegni, la scuola non è proprietà privata della sua parte politica".

Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera propone l'immediata mobilitazione: "Tutti di nuovo in piazza, come le donne il 13 febbraio, senza simboli e bandiere, a difendere la scuola pubblica dagli insulti di Berlusconi".

Contro l'attacco del Cavaliere agli insegnanti si schiera anche Fli. Scrive Italo Bocchino sul sito di Generazione Italia: "Possono il centrodestra italiano e la destra nazionale immersa culturalmente nell'Italia di Giovanni Gentile screditare così il grande patrimonio educativo, istruttivo e culturale rappresentato dalla nostra scuola? Possono il centrodestra italiano e la destra nazionale mortificare così il popolo di insegnanti sottopagati che ogni giorno forma i nostri figli? Il vero centrodestra, quello di Fini e di Fli, sta dalla parte della scuola pubblica, così come prevede la Costituzione, senza nulla togliere alla scuola privata, che in parte svolge una funzione molto positiva. In Italia esistono tre tipi di scuole private".

"Ci vuole un Paese, presidente Berlusconi, che investe nella scuola pubblica perchè è il cuore della crescita economica". Lo dice Nichi Vendola, rispondendo alle critiche pronunciate ieri dal premier sulla scuola pubblica. "Capisco - ha aggiunto il leader di Sel rivolgendosi al premier - che lei sente inimicizia verso la scuola pubblica perchè è stata la crisi della scuola pubblica nel quindicennio delle sue televisioni a creare un'egemonia culturale che serve a questa classe dirigente ad avere una generazione narcotizzata dal trash e dalla pornografia". Per Vendola, Silvio Berlusconi è "intollerante e bigotto" e se avesse un "figlio gay" per il giovane sarebbe una "sofferenza". "Berlusconi, sei un bigotto: ieri sei andato a un congresso semisagrestanico, hai detto quelle cose per farti perdonare il bunga bunga, sei andato a quel congresso di sepolcri imbiancati per farti perdonare il bunga-bunga. Se avesse un figlio gay che sofferenza regalerebbe a quel figlio questo suo modo di essere intollerante e di vedere la vita senza rispetto per gli altri", ha concluso il leader di Sel.

Alle critiche verso Berlusconi da parte di Bersani, del Fli e di Vendola, risponde Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "E' singolare come una parte della ex maggioranza - il Fli - e l'opposizione con Bersani si trovino pronti nello strumentalizzare alcune frasi del premier. Da sempre il nostro pensiero è chiaro a riguardo. In una ottica di libertà,i cittadini devono essere messi nelle condizioni di potere scegliere se avvalersi della scuola pubblica o della scuola privata. Per il resto, nella scuola pubblica ci sono molti insegnanti che con abnegazione e competenza portano avanti in modo pluralista la loro professione".

Durissimi i commenti, invece, di ItaliaFutura, l'associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo: "Non abbiamo mai usato argomenti di carattere morale a proposito di Berlusconi nè intendiamo iniziare a farlo ora. Ma esistono limiti alle esternazioni 'in libertà' che i cittadini possono sopportare. L'attacco di ieri del Presidente del Consiglio, presente il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini, ai valori (sbagliati) che la scuola pubblica trasmetterebbe ai ragazzi è inaccettabile e ridicolo". "Proprio in tema di valori i maestri e gli insegnanti che fanno un lavoro difficile e malpagato hanno veramente poco da imparare da Silvio Berlusconi. Lo spettacolo di un capo di Governo che attacca sul terreno morale gli insegnanti della scuola pubblica è l'ennesima, imbarazzante novità che l'Italia offre al mondo. E il presidente del Consiglio dovrebbe ricordarsi che il lavoro che gli italiani si attendono da lui è quello di far funzionare la scuola, che tra l'altro è il principale motore di una società più giusta e dinamica, e non quello di demolirne la legittimità".

"Ribadire l'importanza del diritto di scelta tra scuola pubblica e scuola privata (che in Italia ha una funzione importantissima e deve essere tutelato anche per le famiglie meno abbienti) non ha nulla a che vedere con gli slogan contro gli insegnanti. Tanto più che con l'invito venuto dallo stesso palco ad unirsi alle sue sedute di bunga bunga, che qualunque cosa siano dubitiamo possano rappresentare un alto momento di formazione delle coscienze giovanili, il 'duro monito' morale del premier è apparso ancor più inappropriato".
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