La scuola si avvicina Arriva il mal di testa

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La scuola si avvicina Arriva il mal di testa

Messaggiodi edscuola » 8 settembre 2010, 9:08

da LASTAMPA.it

IL CASO
La scuola si avvicina Arriva il mal di testa

Secondo gli esperti, il mal di testa infantile è un po' sottovalutato

Sos dagli Usa: è un’epidemia al ritorno tra i banchi, ma non si è creduti
SARA RICOTTA VOZA

MILANO
Se va bene hanno fatto più tuffi che agli Europei di nuoto, se va male hanno giocato ore al Nintendo Ds sotto il sole giaguaro, in ogni caso hanno dormito un numero di ore competitivo con quello di un top manager insonne. E non solo son sopravvissuti ma stavano benissimo, al limite si sono pure annoiati un po’.

Ora dopo un’estate da eroi vanno e scuola e si trasformano in giovani cagionevoli Werther. Mal di pancia mal di testa mal di tutto. Possibile? E non stiamo parlando solo dei nostrani calunniati figli-di-mammà, ma dei vitaminci giovani americani che, stando a quel che scrive il «New York Times», come si riavvicina il suono della campanella vanno incontro a una sospetta epidemia di emicrania/cefalea che spesso li fa stare a casa un giorno o anche di più.

Ora, è vero che spesso anche coi bimbi vale l’andreottiano (e brunettiano) «A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca», ma senza trasformarli tutti in malati immaginari. Il centro cefalee del Children's Hospital Medical Center di Cincinnati che è un’autorità mondiale in materia e ha lanciato l’allarme sostiene che in realtà il mal di testa nei bambini è un po’ sottovalutato.

Dai genitori «in primis», che subito non prendono sul serio quel che dice il bimbo e credono che cerchi un valido alibi per non andare a scuola; e poi anche dai pediatri, che spesso non hanno conoscenze specialistiche. Mentre l’emicrania in età pediatrica è «un problema disabilitante e con costi sociali importanti per il quale è incredibile ci sia così poca attenzione», arriva a dire un altro luminare del ramo, il dottor Glaser della Fondazione per la Ricerca sull’Emicrania. Insomma, anche un bambino di tre anni può esserne colpito, per non dire degli adolescenti, i più tormentati anche per ragioni ormonali. In America ne soffrirebbero il 10% dei più piccoli e il 28% dei teenager.

E in Italia? Anche da noi epidemie scolastiche di malesseri variamente localizzati e genitori e pediatri che sottovalutano il problema? A sentire insegnanti e specialisti (come si spiega nelle interviste a fianco), la situazione sembra un po’ più equilibrata di quella americana. Tutti d’accordo che dopo le vacanze (estive, di Pasqua, di Natale, e tutti i lunedì) si registrano disturbi di natura psicosomatica, ma che i casi «veri» sono pochi e nel caso si sa come trattarli.

«Nella mia esperienza ventennale di maestra elementare non ho visto molti malati né veri né immaginari ai primi giorni di scuola», racconta Elisabetta Falcone, che presto incontrerà i suoi 22 alunni della IV primaria del Centro scolastico Pisacane, uno dei più grandi di Milano. «È solo un cambio di ritmo, per mesi non hanno orari e ci mettono due settimane a capire che sono a scuola».

La scuola, così, comincia davvero il 1° ottobre, come un tempo. «Ci vorrebbe un rientro graduale, ma i genitori lavorano e bisogna che si parta subito con il tempo pieno, così la prima settimana passa a farli riabituare a star seduti». Ma come si fa a capire se c’è davvero qualcosa che non va? «Siccome non riescono a star fermi chiedono di andare in bagno per distrarsi. Ecco, se uno nella prima ora non mi chiede di uscire, comincio a preoccuparmi».
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