Sì all’istruzione regionale no ai doppioni con lo Stato

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Sì all’istruzione regionale no ai doppioni con lo Stato

Messaggiodi edscuola » 7 agosto 2010, 8:31

da Milano - Repubblica.it

L'INTERVISTA
“Sì all’istruzione regionale no ai doppioni con lo Stato”
Alberto Barcella, presidente di Confindustria Lombardia e del comitato tecnico education
di LUCA DE VITO

Lei cosa consiglierebbe a un giovane appena uscito dalle medie? Istituti professionali classici o percorsi di formazione regionali?
"Il mio consiglio è: seguite prima di tutto le vostre inclinazioni. È ovvio che più uno studia e più uno porta avanti percorsi articolati e approfonditi, più opportunità riesce a trovare nel mondo del lavoro. I cinque anni danno una serie di competenze che possono essere spese in modo più significativo e importante di quelle fornite da un triennio".

Quindi nei corsi di formazione professionale, secondo lei, il quinto anno sarebbe utile?
"Sicuramente più che utile, direi addirittura doveroso. Il sistema scolastico di un paese civile deve consentire a tutti di poter continuare con gli studi. Un quinto anno che permette di equipararsi ai corsi professionali statali fornirebbe ai giovani l'opportunità di scegliere se continuare il proprio percorso formativo o meno".

Secondo lei la formazione professionale regionale serve?
"Certamente sì, perché ci sono almeno due vantaggi che corsi di questo genere possono dare. Da una parte il tempo ridotto: dopo tre o quattro anni i ragazzi possono comunque inserirsi nel mondo del lavoro. Dall'altra le conoscenze ultra-specifiche che magari non si acquisiscono in altro modo, come nel caso degli operatori di macchine a controllo numerico".

Chi frequenta questi corsi?
"Sono molto popolari tra gli immigrati di seconda generazione, ad esempio. Frequentando riescono a ritagliarsi una strada. E ovviamente la cosa vale anche per gli italiani. Qui c'è un radicamento e una tradizione di tutto rispetto nella formazione professionale, molto apprezzata dal mondo delle imprese".

Verso quale strada dovrebbero andare le istituzioni per migliorare la formazione di figure professionali?
"Io sono convinto che la scuola sia un patrimonio territoriale e quindi debba legarsi alle necessità del territorio. Questo tipo di scuola non deve essere considerata di serie C - come accade oggi - ma dovrebbe essere gestita con il contributo e la collaborazione di imprese, artigiani e associazioni presenti sul territorio. Oggi i corsi di formazione professionale in alcuni casi tendono a sovrapporsi all'istruzione nazionale, cosa che è sbagliata. A questo punto, secondo me, sarebbe meglio gestire tutto a livello regionale"

Anche gli istituti professionali classici?
"Sì, anche quelli. Ovviamente questo richiede che le Regioni abbiano le disponibilità economiche e la capacità di gestione. Ma sono convinto che la Lombardia potrebbe farcela".
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