da La Stampa
28/11/2007
Due studi confermano
Sempre più cyberbulli: minacce online per un teenager su tre
di Maurizio Molinari
Cresce del 50% il numero degli adolescenti americani insultati e derisi via e-mail o sul web
Il bullo che spintona, deride il secchione, ruba la merenda? Immagine da dimenticare, o meglio, da aggiornare: oggi le minacce contro gli adolescenti americani viaggiano sempre più spesso sulla rete.
Dal 2000 al 2006, è passata dal 6% al 9% la percentuale di teenager vittime del cyberbullismo, che vive di e-mail indesiderate, insulti attraverso i programmi di instant messaging, cyber-gossip che rimbalza fra un blog e l’altro, ma anche sms minacciosi.
A denunciare l’espansione a macchia d’olio del fenomeno sono due studi, giunti a risultati in parte diversi, ma comunque preoccupanti: la prima ricerca, condotta su 1588 ragazzi fra i 10 e i 15 anni, denuncia che un adolescente americano su tre è vittima di molestie via web, mentre il rapporto scende ad uno su dieci nel secondo studio, che ha scelto come campione 1500 utenti abituali di internet, di età compresa fra i 10 e i 17 anni.
La differenza, abbastanza consistente, fra le percentuali è dovuta alla difficoltà di definire con precisione il fenomeno: possono entrare nel novero del cyberbullismo non solo le minacce, gli insulti e tutti i messaggi che imbarazzano o feriscono, ma anche i commenti e le “chiacchiere” che questi messaggi generano.
E’ invece assodato, afferma il secondo studio, che in oltre il 50% dei casi a tormentare i giovani websurfer sono persone sconosciute, facili da fermare semplicemente attivando i filtri che la maggior parte dei programmi di messaggistica online mette a disposizione contro le comunicazioni indesiderate: “Molti ragazzi non appaiono per nulla turbati”, afferma Janis Wolak, co-autrice della ricerca per l’Università del New Hampshire.
Ma la sensibilità personale gioca un ruolo di enorme importanza nella percezione di una minaccia: lo dimostra il caso di Megan Meier, la tredicenne di Dardenne Prairie, nel Missouri, che l’anno scorso si è suicidata dopo essere stata insultata dall’amichetto “virtuale” conosciuto su MySpace. La vicenda non solo ha portato alla ribalta il fenomeno del cyberbullismo, ma sta aprendo la strada ad una serie di provvedimenti che ne riducano l’incidenza: le autorità del Missouri hanno ufficialmente definito le minacce via internet come reato minore e quelle di Oregon, Washington, New Jersey e altri stati ne hanno seguito o si preparano a seguirne l’esempio.