da Apcom
Scuola/Tetto 30% sarà variabile, difeso da Gelmini e Cei
Più alto se allievi stranieri hanno adeguata competenza italiano
Roma, 11 gen. (Apcom) - La nota del Miur che impone per il prossimo anno lo sbarramento del 30% di alunni non italiani, riguardante in media meno del 5% degli istituti in prevalenza collocati al nord, e difesa oggi dal ministro Gelmini e dalla Cei, non è affatto perentoria o invalicabile: qualora gli allievi stranieri fossero in possesso di "una adeguata competenza della lingua italiana" il tetto potrebbe essere aumentato dal direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale. La deroga al 30% potrebbe scattare, indica sempre il ministero dell'Istruzione, anche negli "stati di necessità provocati dall'oggettiva assenza di soluzioni alternative": quindi laddove non vi fossero alternative valide all'inserimento scolastico - ad esempio nelle zone isolate, montane o nelle isole - gli Usr potrebbero precedere ad un innalzamento della soglia massima. Proprio su questi aspetti si è espresso oggi il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, sottolineando che "non c'è alcun problema logistico": dopo aver spiegato che lo sbarramento è stato "suggerito da quei dirigenti e docenti delle periferie delle città a diretto contatto con classi composte in prevalenza da immigrati". Sul tema si è espressa anche la Cei, che attraverso un editoriale pubblicato oggi dal quotidiano 'Avvenire' promuove il tetto: "fino ad oggi - scrive il giornale della Conferenza episcopale - non era previsto un limite e nelle classi c'è una piccola babele che non giova a nessuno e danneggia tutti". Il limite "è un passo avanti ormai irrinunciabile, anche se va detto che un terzo di stranieri - avverte il foglio dei vescovi - resta una percentuale molto alta, capace di mettere in serie difficoltà anche l'insegnante più volenteroso". Alg gen 10