Ecco Yac, formazione e dialogo via internet

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Ecco Yac, formazione e dialogo via internet

Messaggiodi edscuola » 15 novembre 2007, 21:19

da Repubblica.it

Brianzola, 25 anni, ha creato "Youth Action for Change" un organismo internazionale
gestito da giovani per i giovani che raggiunge persone in 120 paesi

Selene, da un'italiana un'idea vincente
Ecco Yac, formazione e dialogo via internet

Ha avuto riconoscimenti dall'Onu, ha parlato al Congresso degli Stati Uniti
"E' paradossale, ma solo qui in Italia, quasi nessuno se n'è occupato"


Selene Biffi
di ALESSIA MANFREDI
ROMA - Mettere in contatto i giovani che hanno idee e voglia di fare, creare fra loro un ponte e fornire gratuitamente, online, strumenti e conoscenze per poterle realizzare. E' questa l'anima di "Youth Action for Change", la prima organizzazione a livello mondiale - unica in Italia - per giovani e gestita da giovani, che fa formazione, in rete, in campi diversi: dai diritti umani allo sviluppo sostenibile, dalla partecipazione giovanile ad altro ancora. Il programma globale è offerto interamente via web, con corsi, dialoghi con esperti, campagne specifiche e networking. A idearlo è stata una italiana, Selene Biffi, che per il suo progetto quest'anno è stata premiata dal Consiglio d'Europa con il World Aware Education Award. Oggi la sua creatura raggiunge giovani in 120 diversi paesi, il 95 per cento in via di sviluppo, ha
ricevuto riconoscimenti importanti. All'estero se ne parla molto, ma in Italia molto meno.

"L'idea mi è venuta un paio d'anni fa, quando ho partecipato in rappresentanza dell'Italia all'International Youth Parliament, una riunione che si tiene ogni due, tre anni e che mette insieme centinaia di giovani che lavorano nel sociale" racconta Selene al
telefono da casa. Venticinque anni, una laurea alla Bocconi, vive in Brianza con i genitori, anche se è un po' difficile pensare a lei come una "bambocciona".

Viaggia molto, è impegnata nel volontariato da sempre, ma da mamma e papà ha imparato molto. Anche loro a casa ci stanno pochino: sono spesso in India per il loro progetto, una scuola e un ospedale che hanno creato a Varanasi, la città sacra.

Da Mezzago, in provincia di Milano, l'intuizione di Selene ha fatto il giro del mondo, è stata copiata negli Stati Uniti e ha ricevuto riconoscimenti dall'Oxfam e dall'Unicef solo per citarne alcuni. "Eppure la cosa più difficile, paradossalmente, è farla conoscere qui da noi", ammette.

Il progetto YAC è nato toccando con mano le esigenze dei suoi colleghi al parlamento giovanile. "C'erano 350 ragazzi da tutto il mondo con problemi specifici e si cercavano strumenti concreti per insieme risorse. Da qui ho pensato di fare formazione online, perché è il modo migliore: crea un punto in cui tutti possono connettersi, superando fusi orari e barriere pratiche".

"Siamo i primi ad aver pensato a fornire moduli di formazione peer- to-peer, in questo caso da giovani a giovani, dai 15 ai 29 anni" racconta veloce, ed è difficile fermarla quando ti spiega quello che sono riusciti a fare. "Abbiamo 14-15 corsi tenuti da ragazzi, cui si affiancano lecture di adulti, esperti del campo. Dall'economia all'aiuto allo sviluppo, dalla salute
pubblica al rispetto per l'ambiente". Il sito conta 1200 membri, in cinque continenti.

La vostra filosofia è che la formazione si debba tradurre in un'azione concreta sul territorio. Funziona?
"I nostri programmi hanno ispirato in Pakistan l'approvazione di una nuova politica giovanile regionale, in Kenya una campagna nazionale sull'Hiv condotta tutta in bicicletta. Nelle Filippine un programma per educare gli attivisti ad utilizzare la videocamera per documentare gli abusi nelle comunità indigene. E operiamo senza budget né supporto
finanziario, sul lavoro volontario dei giovani".

Chi ha creduto in voi ?
"Soprattutto noi stessi ma non è stato facile. La prima docente è stata una ragazza dal Perù che ha parlato di sviluppo sostenibile. Poi le cose sono cambiate: si sono aggiunti professionisti dell'Onu, di grandi ong, ex direttori, ex ambasciatori. La Nokia lo scorso anno ci ha premiato con un riconoscimento riservato a 20 imprese sociali giovanili: noi siamo stati gli unici italiani e unici europei a vincerlo nel 2006. Siamo andati a Washington, abbiamo anche parlato al
Congresso. Ora facciamo corsi anche per le Nazioni Unite, ma qui bussiamo a molte porte senza ricevere risposta".

Eppure lei ha ricevuto molti riconoscimenti: quest'anno il Consiglio Europeo, ma è stata anche inserita dalle Nazioni Unite fra le giovani donne che ispirano il cambiamento, combattendo per il futuro. E' possibile che da noi non se ne sappia quasi nulla?
"Quest'anno sono stata invitata ad Urbino al forum per le politiche giovanili. Collaboro con l'Aegee, che è il forum studentesco europeo, con la Fao e ho altri impegni, ma non sono molti quelli che si interessano a quello che facciamo qui".

Quali sono i vostri progetti futuri?
"Sono stata eletta e da agosto mi occupo di coordinare il "Major Group on Children and Youth" presso la Commissione Onu per lo sviluppo sostenibile, con l'intento di aumentare la visibilità e partecipazione dei giovani in commissione a cominciare da quest'anno. Sarebbe bello coinvolgere ragazzi italiani perché ci manca una presenza a livello internazionale. E vorrei far crescere ancora il sito, che ora è solo in inglese, per offrire formazione anche in francese e spagnolo. Stiamo poi cercando il modo di avere più visibilità per far vedere che al di là delle grosse ong anche il singolo
individuo può far qualcosa per cambiare quello che non va. Siamo stati l'unica organizzazione italiana presente nel World Development Report 2007 della Banca Mondiale. Sarebbe bello se qualcuno se ne accorgesse".
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