da Tecnica della Scuola
Entro fine agosto 16.000 assunzioni, una goccia nel mare
di Alessandro Giuliani
Rimangono in lista d’attesa 300.000 insegnanti e 70.000 Ata. Tra i docenti di primaria e secondaria si prospettano immissioni in ruolo irrisorie. I sindacati, convocati il 4 agosto al ministero, confermano che così non si può andare avanti. Ma per il ministro Gelmini il provvedimento dimostra che da parte del Miur c’è attenzione alla stabilità al personale e a dare continuità organizzativa alle scuole.
Per l’ultima legislatura di Romano Prodi le immissioni in ruolo quest’anno sarebbero dovute essere 50.000; invece alcuni mesi fa il Miur ne ha chieste al ministero dell’Economia appena 20.000, ma quest’ultimo ne ha accordate ancora meno: 16.000. E la metà saranno riservate al personale Ata. Quindi firmeranno l’agognato contratto a tempo indeterminato 8.000 docenti su oltre 300.000 inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (l’84% sono donne e l’età media è di 37 anni e mezzo).E anche il trend delle supplenze annuali o fino al termine dell'anno scolastico parla chiaro: i contratti più lunghi riservati ai precari sono passati dai 64.000 del 1998 ai 141.000 dell’anno scorso. Se nel 1998-99 i docenti con contratto a tempo determinato rappresentavano complessivamente quasi il 9% di tutti i docenti in servizio, pari ad un prof precario ogni 12, oggi la percentuale è arrivata al 17% con un insegnante precario uno ogni 6 docenti a tempo ‘indeterminato’ (personale di ruolo che nel frattempo si è ridotto del 3,4%). E per il personale non docente le cose vanno ancora peggio: dei circa 250.000 posti di amministrativo, tecnico ed ausiliario addirittura un terzo (circa 80.000) risulta affidato ogni anno a personale precario. Che quest’anno (vale anche per i docenti) rischia di arrivare in classe ad anno scolastico iniziato per il posticipo di un mese di tutta la macchina organizzativa scolastica.
Così alla fine, più degli altri anni, le convocazioni presso gli Uffici scolastici provinciali si trasformeranno (permetteteci l’espressione) in una guerra tra… poveri: soprattutto perché l’amministrazione ha intenzione di ignorare le classi di concorso (primaria e secondaria) già flagellate dai tagli. Che in un solo anno saranno doppiamente penalizzate. Quelle su cui viale Trastevere vorrebbe che si adottassero in maggioranza le assunzioni sono infatti la scuola d’infanzia ed il sostegno (uscite praticamente indenni dalla mannaia Tremonti-Gelmini contenuta nella Legge 169/08). L’ultima parola sulle ripartizione verrà comunque pronunciata solo dopo il confronto Miur-sindacati del 4 agosto incentrato proprio sulle "problematiche relative alle assunzioni in ruolo e al precariato".
In ogni caso, comunque vada la ripartizione, che dovrà realizzarsi entro il prossimo 31 agosto,
non esageriamo se paragoniamo l’atto portato a termine da viale Trastevere ad una “goccia nel mare”: poco più che un contentino per i sindacati e i comitati dei precari che mai come quest’anno (culminato con la manifestazione allargata, a molti politici del centro-sinistra, del 15 luglio davanti a Montecitorio) si sono fatti sentire per rivendicare una considerazione nei loro confronti con il Governo non sembra proprio avere. L’ultima conferma è stato il mancato inserimento nel decreto salva-crisi delle misure straordinarie specifiche per la tutela del personale precario, quest’anno in servizio con supplenze annuali, che da settembre rimarrà disoccupato.
L’impressione è che la questione precari, in particolare quelli della scuola, non è un argomento molto vicino alle corde dell’attuale legislatura. Secondo Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, quella di assumere 16.000 precari non può essere "la soluzione al problema del precariato: ora occorre dar seguito al piano di immissioni in ruolo e attivare nuove modalità di reclutamento per evitare il formarsi di nuovo precariato. E passare da contratti annuali a contratti pluriennali, là dove ci sono posti disponibili e vacanti. La scuola – conclude Di Menna - non può essere un ‘graduatorificio permanente’, per quelle province dove le graduatorie sono esaurite, per evitare che si riformi precariato, servono soluzioni rapide che consentano selezione e assunzione di giovani e bravi insegnanti".
Critico anche Francesco Scrima, leader della Cils Scuola: "Pur se in quantità inferiore alle attese e ancor più al fabbisogno, registriamo positivamente un risultato che attenua in parte i disagi di una situazione molto pesante per la scuola e soprattutto per il personale precario". La Cisl ci tiene a sottolineare il ruolo dei sindacati nella decisione presa dal governo di assumere precari della scuola. "È un risultato che non viene per caso – dice Scrima - ma è dovuto alla forte pressione sindacale esercitata in questi mesi. E' positivo che il Miur abbia fatto valere alla fine le ragioni della scuola rispetto a logiche puramente ragionieristiche".
Logiche che il Miur nega di aver mai adottato. Anzi, secondo il ministro Gelmini questo provvedimento dimostra che da parte del ministero dell’Istruzione, "insieme alla razionalizzazione della spesa" rimane alta "la determinazione a garantire la continuità didattica per gli studenti, ad assicurare stabilità al personale del mondo della scuola e a dare continuità organizzativa alle istituzioni scolastiche".