da La Stampa
Esami di riparazione Un ritorno a metà
RAFFAELLO MASCI
ROMA
Dopo aver incassato uno sciopero e la promessa di un altro, il ministro della pubblica Istruzione Beppe Fioroni è disposto a sfidare l’impopolarità tra gli studenti, ma sul recupero dei debiti formativi non recede, tant’è che ieri ha firmato l’«ordinanza» con cui dà attuazione al decreto del 3 ottobre e ne illustra i dettagli applicativi. Il senso è che i debiti formativi vanno saldati, che i corsi di recupero devo essere organizzati obbligatoriamente dalle scuole, non devono durare meno di 15 ore, devono concludersi con una verifica e devono essere ripetuti anche dopo la chiusura dell’anno scolastico per i ragazzi che ne avessero bisogno.
Il problema dei debiti è serio, ricorda il ministero, tant’è che il 42% del totale degli alunni promossi lo scorso anno è stato ammesso con debito all’anno successivo. La lacuna più diffusa è quella in matematica, che riguarda il 43,3% dei «debitori», con una punta del 50,3% al liceo scientifico. Ma per le altre discipline la musica non è migliore: il 31,9% degli studenti prende un debito in lingua straniera (63% solo al linguistico), il 18% ha insufficienze in materie tecnico professionali e il 16,1% in chimica e biologia. Ma non va sottovalutato neanche il fatto che il 14,4% degli studenti ha lacune in lingua e letteratura italiana.
L’ordinanza di Fioroni prevede che le scuole siano tenute prima di tutto a valutare, in sede di consiglio di classe e in corrispondenza con lo scrutinio di metà anno, quali siano le carenze formative dell’allievo, ad informarne le famiglie e ad organizzare durante la restante parte dell’anno un corrispondente corso di recupero della durata non inferiore alle 15 ore. I corsi potranno essere tenuti sia dai docenti della scuola che da collaboratori esterni. Sia in un caso che nell’altro i professori saranno pagati 50 euro l’ora lordi e il budget complessivo per queste attività è di 210 milioni.
Le famiglie possono decidere anche di provvedere al risanamento della lacuna formativa o direttamente o attraverso il ricorso a lezioni private. In questo caso devono informare il consiglio di classe di questa loro volontà e, al fine di coordinarsi meglio con la scuola, possono fare riferimento ad uno «sportello di consulenza» costituito da un pool di docenti. «Le scuole - spiega l’ordinanza - potranno scegliere per il recupero anche modalità diverse e più innovative, utilizzando docenti della scuola o anche soggetti esterni esclusi gli “enti profit”». Sono ammesse collaborazioni, insomma, purché nessuno pensi di fare del recupero un business.
Chi, poi, alla fine dell’anno non avrà ancora sanato le sue pendenze, potrà ottenere un’ulteriore prova d’appello. In sede di scrutinio finale, infatti, il consiglio di classe potrà decidere di scrivere sull’albo dell’istituto la formula «sospensione del giudizio». Il che significa che il ragazzo potrà accedere ad un ulteriore corso di recupero estivo. Dopo di che, prima dell’inizio del nuovo anno, il consiglio di classe provvederà ad una ulteriore valutazione che sarà definitiva. Questo non significa, però, che se uno dovesse avere una carenza in una sola materia e non fosse riuscito a recuperarla sarà automaticamente bocciato, perché - spiega l’ordinanza - «il consiglio di classe delibera l’integrazione dello scrutinio finale, sulla base di una valutazione complessiva dello studente, che si risolverà in ammissione o non ammissione alla classe successiva».
Poiché, come si diceva, i debiti più consistenti sono in matematica, proprio stamattima il ministro ha convocato la prima riunione del Comitato scientifico dei matematici che avrà il compito di definire le iniziative da intraprendere per contrastare questa emergenza.