da Capitoloprimo
Stop al precariato nelle scuole
lunedì 05 novembre 2007
ssis2.jpgNel futuro del sistema d’istruzione italiano ci sono tante novità: praticantato per gli insegnanti, una sorta di pagella alle scuole, e l’assunzione, entro i prossimi cinque anni, di tutti i lavoratori precari del mondo della scuola. Questo il sunto che emerge dal «Quaderno bianco sulla scuola» presentato dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, e dal ministro per la Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni.
Questo documento, ha sottolineato il ministro, “conferma che noi entro cinque anni andremo alla stabilizzazione non solo dei 150mila precari per i quali è già prevista, ma di tutti coloro che stanno dentro le graduatorie a esaurimento”. Secondo le previsioni del ministero, 150mila precari dovrebbero già essere assunti nel periodo 2007 - 2009, e per chiudere le graduatorie a esaurimento a questi se ne aggiungeranno tra i 70mila e i 90mila. Un documento, realizzato da un gruppo interministeriale di esperti (Economia e Pubblica Istruzione), che fa una ricognizione della situazione della scuola italiana prefigurando scenari di sviluppo e possibili soluzioni ai problemi individuati. Cambiano anche le regole per l’accesso alla cattedra, da ora in poi, infatti, l'accesso all'insegnamento avverrà soltanto per mezzo di concorsi pubblici. La Commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla legge Finanziaria che fissa, per l'assunzione dei futuri insegnanti, “concorsi ordinari con cadenza biennale”. Le norme in vigore per la formazione e il reclutamento dei nuovi docenti saranno cancellate dalla Finanziaria 2008. Con la nuova procedura il governo conta di centrare tre obiettivi: superare il precariato, reclutare insegnanti giovani e motivati e, soprattutto, persone che siano pronte all’ insegnamento con un metodo innovativo: per sedere in cattedra occorrerà frequentare un percorso universitario triennale/quadriennale a numero chiuso e, successivamente, acquisire una specializzazione biennale con “forte componente di tirocinio”. Saranno riformate le Ssis (le Scuole di specializzazione per insegnamento secondario) e il numero dei futuri insegnanti sarà programmato in relazione al fabbisogno della scuola italiana.
Coloro che, dopo l'intero percorso di studi, otterranno l’abilitazione all’insegnamento dovranno poi accedere ad un concorso pubblico e, novità assoluta, all’assunzione a tempo determinato (per uno/due anni) in cui verrà testata la capacità di insegnare. Solo dopo avere superato la prova della cattedra scatterà l'assunzione a tempo indeterminato. Basta dunque, con anni di precariato, senza avere la certezza di essere titolari di cattedra. Con questo meccanismo, dal diploma delle scuole superiori all'insegnamento potrebbero passare 8/10 anni al massimo, con professori pronti per entrare in classe a 29/30 anni, mettendosi così al pari degli altri insegnanti europei. “Occorre cadenzare i concorsi a cattedra - spiega Mariangela Bastico, viceministro della Pubblica istruzione - per dare certezze ai giovani. Ma non solo. La scuola italiana ha bisogno di immettere in ruolo insegnanti giovani, con elevate capacità didattiche e motivati. E prima ancora eliminare il precariato: non è possibile, dopo una trafila lunga ed estenuante, aspettare vent'anni prima di essere assunti”.
I presupposti teorici ci sono tutti, bisogna solo vedere se si trasformeranno in pratica.