Scuola: a Roma 50mila manifestanti

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Scuola: a Roma 50mila manifestanti

Messaggiodi edscuola » 27 ottobre 2007, 17:33

da Corriere della Sera

«I precari non sono bamboccioni»
Scuola: a Roma 50mila manifestanti
Protesta contro i tagli previsti dalla finanziaria. Bonanni: «Prodi se ci sei batti un colpo»


Slogan contro Pado-Schioppa daii dipendenti della scuola (Emmevi)
ROMA - Sono 50mila i manifestanti tra professori e dipendenti scolastici intervenuti a Piazza Navona per manifestare contro i tagli previsti in Finanziaria e per reclamare dopo venti mesi di ritardi il loro sacrosanto contratto di lavoro. Il dato del numero dei manifestanti è stato fornito dagli stessi organizzatori.
Prima dell'inizio della manifestazione è stato scandito lo slogan: «La scuola va salvaguardata, voi dal palco non mollate». Stesso tenore anche per gli slogan che sono stati urlati durante il corteo come quello rivolto al ministro dell'Economia: «Padoa Schioppa i nostri precari non sono bamboccioni». Ed ancora: «La scuola non è un fastidioso capitolo di spesa». In testa al corteo, colorato anche dai tanti di palloni gonfiabili e dalle bandiere del sindacato, la banda di Falerno che sotto il Vittoriano ha suonato l'Inno di Mameli. «Cambia il ministro ma non il ministero, perenne ingratitudine verso il personale». Recitava un cartellone dei manifestanti della Cisl.

PIRANI(UIL): «CI MOBILITEREMO IN TUTTE LE CITTÀ D'ITALIA» - «Se la nostra protesta di oggi non verrà ascoltata ci mobiliteremo a novembre in tutte le città d'Italia perchè questa Finanziaria non ci sta bene», ha dichiarato dal palco installato a Piazza Navona, Paolo Pirani, segretario confederale della Uil. «Se la Finanziaria non verrà cambiata per gli insegnanti e per il personale della scuola si profilano stipendi bloccati per i prossimi due anni - ha detto Paolo Pirani - una previsione inaccettabile per le tasche dei lavoratori e per le loro famiglie colpite dal caro-prezzi e non si intravede neanche una misura fiscale a sostegno del lavoro dipendente. Il merito è argomento molto di moda ma ha bisogno di essere finanziato in questo contratto appena chiuso abbiamo individuato un istituto per valutare il merito e il Governo non inserisce alcuna somma per finanziarlo, attualmente la posta è di circa 8 euro e dicono di voler scommettere su una scuola di qualità».

BONANNI: «PRODI SE CI SEI BATTI UN COLPO» - «Questa di oggi come quella degli statali, è una manifestazione contro il Governo per esprimere tutto il nostro sdegno sull'attentato in corso contro la contrattazione collettiva e se Prodi c'è, batta un colpo». Così il leader della Cisl Raffaele Bonanni ha chiuso la manifestazione di Piazza Navona. «Altro che sciopero politico - aggiunge Bonanni riferendosi al ministro della Funzione Pubblica Nicolais - si assuma il ministro le sue responsabilità e, se c'è batta anche lui un colpo». E mentre sotto il palco si legge 'Padoa Schioppa, sei il nostro carnefice' oppure diretto al ministro Fioroni «cave, adsum», il leader della Cisl definisce «inqualificabile» il comportamento del Governo. «Ci dicono che non ci sono le risorse in Finanziaria per i rinnovi dei contratti dei pubblici dipendenti - osserva Bonanni - per 3,5 milioni di lavoratori non vi sono soldi e così questa gente è sbeffeggiata, mortificata: è questo l'esempio che il Governo dà in tema di diritto alla libera contrattazione anche alle imprese private? Siamo stanchi di questo insopportabile ritardo nei rinnovi dei contratti dei pubblici dipendenti». Insomma, il leader della Cisl non risparmia nessuno, è un fiume in piena. «Montezemolo dice che Draghi ha ragione a dire che i salari dei lavoratori italiani sono i più bassi d'Europa - prosegue Bonanni - alla buon'ora, se ne accorgono solo oggi? Ma sappiano lor signori che quella dei salari non è una questione che sta nel teatrino della poltica, essa riguarda la vita concreta delle persone e delle loro famiglie che vivono unicamente del loro lavoro». E quindi diretto sia a Montezemolo che a Draghi, il leader della Cisl aggiunge: «voglio vederli all'opera e mi auguro che non si tratti dei trenta denari dati ai lavoratori della Fiat e di altre imprese che, guarda caso, sono coloro i quali hanno soffiato sul fuoco, attraverso i giornali che controllano, dei pubblici dipendenti definendoli fannulloni: ma sappiamo - ha incalzato Bonanni - che fannulloni sono loro». E l'ultimo pensiero va ancora al presidente del Consiglio Romano Prodi al quale il leader della Cisl sollecita «il patto di conoscenza già promesso: il governo mantenga la parola data perchè noi vogliamo lavorare meglio, di più, ma guadagnare molto di più ed avere meno tasse sui salari».
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