da Corriere della Sera
E i numeri confermano: una tendenza già in atto
«Il telefono? Riempie i silenzi in famiglia»
La psicologa Silvia Vegetti Finzi approva l'idea di dotare i giovanissimi di un cellulare: avvicina genitori e figli
MILANO - Cercare oggi di negare ai propri figli la possibilità di avere un proprio telefonino quando tutti gli amici e i compagni di classe già ce l'hanno - e i genitori lo sanno bene - è una battaglia persa in partenza. E peraltro anche inutile, perlomeno stando all'opinione di Silvia Vegetti Finzi, scrittrice, psicologa e docente di pedagogia dinamica all'Università di Pavia, che nel cellulare vede soprattutto lo strumento per riempire i silenzi che nella società odierna caratterizzano sempre più il rapporto tra genitori e figli.
CONTATTI IMPOSSIBILI - Non uno strumento da demonizzare, come forse avveniva fino a qualche tempo fa. Ma da considerare come prezioso alleato nella gestione delle interazioni famigliari. «In questi anni i genitori sono continuamente esortati ad ascoltare i figli - spiega la psicologa - ma nessuno si chiede quando e come, visto che i momenti di contatto sono sempre più ridotti e i legami famigliari sottoposti a molteplici fratture». Spesso il momento di contatto è la sera, dopo il rientro a casa di tutti i membri della famiglia. Ma alla classica domanda «Cosa hai fatto oggi a scuola?» ci si sente dare spesso l'altrettanta ormai classica risposta «Niente». Un effetto dovuto al ritmo frenetico della vita dei giovani di oggi che, dopo le lezioni in aula, dividono il loro tempo tra palestra, piscina, danza, ripetizioni e molteplici altri impegni. «Se la comunicazione tra genitori e figli avesse potuto avvenire prima, durante il giorno - fa notare Vegetti Finzi -, se fosse stata cioè "in battuta", come dicono loro, forse le cose si sarebbero svolte diversamente.
LA FAMIGLIA OGGI - «Certo - evidenzia ancora la psicologa -, sarebbe meglio parlare direttamente, trovare ogni giorno tempo e spazio per dire e ascoltare le proprie esperienze, condividere le emozioni, sintonizzare i sentimenti. Ma non è possibile: la famiglia ideale non abita più qui. Nella società dellla fretta ognuno si trova solo ad affrontare il giorno e occorre aspettare la sera tardi per cenare insieme e scambiarsi la buonanotte»
VUOTI DA COLMARE - Dotare i ragazzi di telefonino diventa dunque non tanto e non solo un mezzo per averli sempre sotto controllo, ma anche e soprattutto un'occasione per riempire quei vuoti e quei silenzi tra genitori e figli che, piaccia o non piaccia, fanno ormai parte della vita moderna. Oltretutto sono sempre di più i giovani che vivono situazioni famigliari disarticolate, trascorrendo magari alcuni giorni a casa del padre e altri a casa della madre. In questo caso, mentenere i rapporti con un proprio telefonino, lo stesso che magari si usa per mandare sms agli amici o per scattere le proprie foto ricordo, diventa occasione di conforto.
I NUMERI - In ogni caso le famiglie italiane sembrano già di questo avviso. Per scelta precisa o per cedimento di fronte alle insistenze dei ragazzi. L'indagine Mdc-Baby consumers 2007 evidenzia come sia l'84,4% dei ragazzi italiani tra gli 8 e i 14 anni a possedere già un telefonino e nel 45,5% dei casi sono stati proprio i genitori a regalare di propria iniziativa l'apparecchio ai figli. L'11,8% dei giovanissimi ha rivelato di essersi comprato autnomamente il cellulare, magari con le paghette messe da parte. E solo il 10,5% ammette di non averne uno proprio.
A. Sa.