I precari e la scuola

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I precari e la scuola

Messaggiodi edscuola » 4 agosto 2008, 16:56

da Tecnica della Scuola

I precari e la scuola
di Forum Precariscuola


Gentile ministro Mariastella Gelmini,
sappiamo che di lettere accorate di precari ne riceve tante e che, fino ad ora, la sua politica è stata della non-risposta, o comunque della risposta indiretta, però ancora una volta riteniamo di doverLa disturbare per sottoporLe un ennesimo punto di vista.
Ci auguriamo di avere una risposta, anche se sappiamo che la nostra lettera non è più toccante di quella della collega malata terminale o del collega diversamente abile o della madre dell'altro collega diversamente abile.
Sono tutti spaccati di vita e testimoniano che, dietro ai numeri, esistono persone, storie, vite. E queste persone dipendono da Lei, dalle Sue scelte.
Quando si parla di tagli, si utilizzano spesso appellativi come "inevitabili". Ci permetta di dissentire, ministro Gelmini, la politica è fatta di decisioni, le Sue decisioni. Potrà essere anche la conseguenza di precedenti governi, ma è Lei che ha scelto di proseguire nella direzione dei tagli invece che in quella del doveroso assorbimento dei precari e delle assunzioni.
Come spesso insegniamo ai nostri alunni (fino a quando potremo ancora farlo), la "colpa" non diventa meno grave perché divisa fra più autori, rimane sempre traccia della propria responsabilità.
E' stata da noi gradita la sua presa di posizione, nell'intervista a Radioanchio, nella quale ha detto di volere restituire dignità alla scuola, fino ad adesso in balia di terrorismo mediatico. Volevamo ricordarLe però che le scelte e le politiche dell'attuale governo, nei fatti, sono in contraddizione con i suoi intenti.
Dice di averci a cuore, ma con una imperturbabilità invidiabile, lascia che il dicastero di Sua responsabilità paghi più di chiunque altro i conti dei malgoverni. Ci permetta di dirLe che le Sue potrebbero sembrare "lacrime di coccodrillo"; da insegnanti, non economisti, confrontandoci riteniamo, e non perché siamo di parte, che l'istruzione sia un settore fondamentale per lo sviluppo del paese.
A fronte dei tanti sprechi in Italia, quelli degli stipendi degli insegnanti della scuola pubblica rappresentano veramente un'inezia. Le facciamo giusto qualche esempio: i finanziamenti per la scuola privata che, come donna di legge, sa essere incostituzionali (art.33).
Gli insegnanti di religione cattolica: molti di noi, come lei, sono cattolici più o meno praticanti, ma non avendo fatto voto di obbedienza, né tanto meno di povertà, si chiedono perché l'insegnante di religione cattolica, materia facoltativa che non è prevista in nessun piano di studi europeo e che soprattutto nella scuola secondaria è spesso e volentieri disertata, debba essere sempre garantita dallo Stato. Inoltre è l'unica figura specialista che rimarrà nella scuola primaria.
Non parliamo poi di altri settori: stipendi parlamentari, opere incompiute, evasione fiscale, privilegi di casta.
Ci chiediamo, ad esempio, come sia possibile che un assistente accreditato in Parlamento, non sempre scelto sulla base di brillanti carriere universitarie, guadagni anche 12.500 euro mensili.
Allora stentiamo a credere che la scuola pubblica debba diventare l'unico settore a dover pagare un prezzo così alto. Ma anche in questo caso sembra che siano scelte precise, colpire la scuola e gli insegnanti con un tributo di ben 8 miliardi.
Proprio di questi giorni è la notizia che finanzierà con 7 miliardi (la cifra che recupererete tagliando 147.000 posti di lavoro) la scuola, per far sì che ci siano aule multimediali e computer in classe. Ancora una volta nelle Sue scelte la priorità sembra data a qualunque cosa fuorché alle persone.
Quando Lei ha presentato i dati allarmanti dell'Ocse, eravamo fiduciosi sul fatto che, nei Suoi intenti, ci fosse davvero la volontà di portare al posto che merita la scuola italiana. Ma ritiene davvero che dando di meno si potrà ottenere di più?
Proprio a proposito dell'Ocse, Lei ha riconosciuto la validità della scuola primaria e ha detto di volerla lasciare così e che spera di non arrivare al maestro unico.
Le facciamo notare però Ministro che i tagli, soprattutto quelli relativi alle figure specialiste, stanno già cambiando drasticamente i "connotati" della scuola primaria: ci auguriamo che con le vostre scelte non precipiti anch'essa agli ultimi posti delle rilevazioni.
Speravamo che, nella scuola delle "i", ci fosse posto per degli specialisti di informatica, dal momento che i ragazzi sono interessati e motivati dallo studio multimediale, questa sarebbe stata una vera evoluzione per la scuola primaria e secondaria.
Invece, tagliate proprio sulla tecnologia e organizzate corsi di qualche mese alla primaria, in fretta e furia per gli insegnanti di ruolo, e obbligate i neo immessi a fare lo stesso corso, affinché anche la lingua straniera possa insegnarla qualunque insegnante, capace o no, motivato o no, interessato o no.
E' perfettamente inutile avere un computer in classe se poi, nella stessa classe, gli insegnanti sono impossibilitati a insegnare informatica per via della riduzione delle ore di lezione o a causa del numero eccessivo di alunni. Forse non lo sa, ma molti di noi già lavorano normalmente con il Pc insieme ai ragazzi, utilizzando il proprio portatile se necessario.
Vorremmo anche parlare del problema del precariato: lei ha affermato che, grazie al nuovo reclutamento, non ci saranno più precari, disoccupati sì, ma precari no. Francamente non ci sembra un grande risultato, per lo Stato Italiano, spostare i precari dalle graduatorie alle liste di collocamento.
A nostro parere, non è dalla disoccupazione che si può creare ricchezza.
Si parla addirittura di escludere i precari, a quanto pare non abbastanza preparati per voi, dal nuovo canale di reclutamento definito dall'on. Aprea "preferenziale", termine che ci preoccupa non poco.
Vorremmo ricordarLe però che molti di noi sono laureati da anni, hanno conseguito master o hanno seguito anni e anni di corsi di aggiornamento, oltre ad essersi arricchiti grazie all'esperienza acquisita, e non con un solo anno di tirocinio, in scuole spesso "difficili".
Anche questo "fumoso" tirocinio è per noi un'ulteriore fonte di preoccupazione.
Non vorremmo infatti che fosse pagato, ancora una volta, da noi precari e dai ragazzi. Così sarebbe se, per svolgerlo, venissero affidate le supplenze annuali, fonte di sostentamento per la maggior parte di noi, a degli studenti inesperti.
Tanto si è polemizzato, e a nostro avviso strumentalizzato, l'intervento dell'on.Di Pietro in difesa dei precari, ma la sua domanda era legittima: che ne sarà di noi? A cosa servirà mantenere le graduatorie se non ci saranno assunzioni?
Se non potremo accedere al nuovo "preferenziale" sistema di reclutamento, se affiderete le supplenze annuali a degli studenti tirocinanti, dopo averci deprivato degli spezzoni di 6 ore confermando la scelta dell'ex ministro Fioroni, allora sarete riusciti in pieno a farci "contenti e gabbati".
Speriamo che a questi interrogativi dia presto una risposta esauriente, perché con queste realtà noi facciamo i conti tutti i giorni, come insegnanti e a volte anche come genitori.
Lei ha detto che le famiglie italiane dovrebbero avere la possibilità di scegliere la scuola, però chi ha lavorato nella scuola privata sa che non sempre "è tutto oro quello che luccica". Molti di noi preferirebbero quella pubblica, perché noi docenti non amiamo la logica diffusa del "cliente/alunno/genitore ha sempre ragione" e desideriamo per i nostri figli un'educazione libera e imparziale.
Ma la scuola pubblica non dovrà diventare una scuola ghetto e soprattutto, per le mamme che lavorano e che lei ha detto di avere a cuore parlando di grembiuli, deve essere garantita fin dalla materna. Cosa che oggi, con i tagli in atto, è impensabile.
Molti di noi si troveranno a pagare, per scuole che non hanno scelto! Rette intorno alle 300 euro mensili per figlio, che grazie alle vostre agevolazioni sulla base del modello Isee, potranno essere rimborsati, fino al 75%, tra 1 o 2 anni circa perché tali sono i tempi!
Queste Ministro sono storie di ordinaria follia, ma sono anche il frutto di scelte che speriamo allora siano il più ponderate possibili. Non crediamo sia piacevole passare alla storia come il Ministro che, oltre a cambiamenti di forma come il grembiule e il voto in condotta, nella sostanza ha messo la propria firma allo sfacelo della Scuola italiana e ha buttato per strada centinaia di migliaia di famiglie!
La ringraziamo per l'attenzione.

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