da TUTTOSCUOLA
Gelmini a tutto campo. Un compleanno di battaglia
Lo scorso primo luglio Mariastella Gelmini ha compiuto 35 anni, e le cronache riferiscono che la ministra, recatasi in Parlamento per impegni istituzionali, sia stata accolta con un applauso augurale bipartisan dai membri della commissione Cultura.
Probabilmente si è trattato dell'unico momento di serenità in una settimana di tensioni e di elevata esposizione mediatica per il più giovane ministro dell'istruzione della Repubblica italiana.
Si era appena esaurita la coda delle polemiche legate agli errori nelle prove degli esami di maturità, e subito si sono aperti altri fronti, da quello dei 110/140.000 tagli agli organici (anche se sembra che tale cifra comprenda anche i tagli già precedentemente decisi) alla questione delle impronte dei bambini rom, sulla quale la Gelmini si è espressa in modo favorevole, suscitando un vespaio di proteste; dal ritorno dei grembiuli, alle nuove polemiche sull'inesperienza del ministro.
"Leggiadra ma sconosciutissima" l'aveva già definita il politologo Giovanni Sartori al momento della nomina, con un mix di galanteria e di scetticismo. Ma ora che la Gelmini si è conquistata una notevole visibilità, dopo un esordio prudente e silenzioso, è il suo collega di governo, il ministro Bossi, a mettere in discussione la sua competenza: "Mettono a fare i ministri chi non ha mai fatto l'insegnante, mi sentirei più sicuro se la scuola fosse in mano alla Lega (...) invece che a Forza Italia: ci vogliono ministri forti".
La Gelmini ha risposto con decisione e con un po' di ironia che "ascolteremo i consigli di tutti, di Bossi, di sua moglie" (che è una insegnante, ndr), "ma i ministri li sceglie Berlusconi". E poi, intervenendo a sorpresa a Busto Arsizio presso l'istituto "Tosi" alla cerimonia di consegna dei diplomi ai maturandi, promossa dal preside Di Rienzo, ha rincarato la dose affermando: "Non mi risulta che Bossi sia un costituzionalista insigne eppure fa il ministro delle Riforme e siamo tutti contenti". E poi ha aggiunto: "Anche Castelli ha fatto il ministro della Giustizia pur essendo un ingegnere".
Quanto alla "forza", c'è da scommettere che proverà a far cambiare idea a Bossi.