da Tecnica della Scuola
La promessa di Gelmini ai precari: le assunzioni ci saranno
di A.G.
Il Ministro ammette che coloro da assumere a titolo definitivo entro il prossimo 31 agosto saranno una cifra “abbastanza vicina” a 25.000 insegnanti e 7.000 Ata: una notizia che va in contro-tendenza con i tagli, contenuti nella bozza del decreto-legge collegato al Dpef, di 190 mila posti di lavoro.
“Nei prossimi giorni ci saranno le immissioni in ruolo, ma preferisco non dare cifre”: l’ammissione fatta dal Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, dalle pagine del Sole24Ore del 25 giugno, non lascia più spazio a dubbi. Anche se al fotofinish, o addirittura fuori tempo massimo, le assunzioni dei precari della scuola ci saranno anche quest’anno.
E’ una notizia che certamente va in contro-tendenza con i tagli, contenuti nella bozza del decreto-legge collegato al Dpef, di 190 mila posti di lavoro (in prevalenza docenti) operanti nell’intero comparto. Una cura che la stessa Gelmini ha definito “da cavallo” ma allo stesso tempo “inevitabile per la scuola”, che nelle ultime ore aveva mandato in fibrillazione sindacati ed associazioni.
Il ragionamento, d’altronde, era questo: come si fa a tagliare posti (nel 2112, a regime, si vorrebbe cancellare il 20% di quelli attuali, per un risparmio complessivo di quasi 8 miliardi di euro) ed assumere contemporaneamente i precari?
Ma nemmeno si può dire ai precari storici, con anche 15-20 anni di contratti alle spalle, “da oggi cercatevi un altro tipo di lavoro”? Il Ministero sembrerebbe così orientato ad assorbirli gradualmente: tanto che nella stessa intervista il Ministro ammette che coloro da assumere a titolo definitivo entro il prossimo 31 agosto saranno una cifra “abbastanza vicina” a 25.000 insegnanti e 7.000 Ata.
Numeri, quindi, non molto distanti da quelli già messi sul tavolo dall’ex Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa appena quattro mesi fa e rifiutati categoricamente dai sindacati in virtù dell’impegno preso del Governo con la Finanziaria di fine 2007, nella quale si indicava una quota doppia (60.000 posti). E numeri, sempre quelli che dovrebbero prendere il ruolo, di poco superiori a quelli dei dipendenti della scuola che lasceranno il primo giorno di settembre.
A questo punto appare evidente l’intento dei nuovi “inquilini” responsabili delle strategie di viale Trastevere: in loro sembra voler prevalere, anche per non compromettere in partenza il rapporto con le forze sindacali, la logica del turn over. Alleggerendo nel contempo, anche se di poco, l’altissimo numero di supplenti inseriti in graduatoria a seguito della vincita di concorsi, dello svolgimento dei corsi riservati o Ssis. Un vero “esercito” di docenti e Ata (inseriti rispettivamente nelle “graduatorie ad esaurimento” e nella cosiddetta “24 mesi”) vicino alle 400.000 unità: la metà dei quali quest’anno è riuscito ad ottenere un contratto annuale.
Di fronte a tali numeri Gelmini ha ammesso che è ora di farla finita di formare nuovi precari (anche quelli attraverso le Scuole di specializzazione universitarie) non escludendo “un provvedimento drastico”. Scelte da compiere per "colpa di una situazione che ci trasciniamo nel tempo e oggi non abbiamo più la possibilità di dilazionare: dobbiamo intervenire". Per poi aggiungere che ormai è giunto il tempo di “trovare un altro sistema di reclutamento”. Un annuncio che prelude ad una rivoluzione del sistema formativo dei docenti.