La scuola del merito è fatta di soli tagli e ..

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La scuola del merito è fatta di soli tagli e ..

Messaggiodi edscuola » 23 giugno 2008, 12:51

da Tecnica della Scuola

La scuola del merito è fatta di soli tagli e risparmi alla spesa?
di Cipna


Al Ministro della Pubblica Istruzione
On. Maria Stella Gelmini

La scuola del merito è fatta di soli tagli e risparmi alla spesa?

La domanda nasce spontanea. E molto sincera.
Siamo il Cipna (Comitato Insegnanti Precari Non Abilitati), movimento nato durante la difficile gestazione della L 143/04 che istituì gli ultimi corsi abilitanti riservati. Conserviamo ancora il nome (anche se, oramai, siamo abilitati) ma, soprattutto, lo spirito. Critico e propositivo. Anche nei confronti della categoria.
Ed è con questo spirito che produciamo questo documento.
La manovra finanziaria che si sta varando è l'ennesima mannaia su un sistema educativo che già denuncia enormi falle e che ne determinerà il completo sfascio.
E, ci perdoni, sembra davvero incredibile che molti benpensanti continuino a sparare in un'unica direzione, prendendo a pretesto saggi vari di illustri esponenti del mondo della cultura e dell'economia.
Il nostro parere è che, certamente, vada introdotto un sistema oggettivo di misurazione della qualità delle scuole. Ma, in fondo, questo già esiste: i test Pisa/Ocse. O, in alternativa, basterebbe prendere in prestito i test SAT (Scholastic Assessment Test), nell'attesa che l'Invalsi diventi un vero strumento oggettivo di misura.
Nel frattempo, però, bisogna analizzare il male profondo che permea il sistema educativo italiano. E qui cominciano le note dolenti.
Questo esecutivo, come il precedente (viva la par condicio), continua a puntare l'indice verso il numero di alunni/classe, dimenticando che tale indicatore, a livello aggregato, rischia di essere fuorviante. Per tutta una serie di ragioni: le piccole comunità isolane/montane, ad esempio, laddove si formano classi di pochi studenti per garantire l'istruzione a chi risiede in quei luoghi; la presenza di insegnanti di sostegno, per assicurare una opportunità di crescita a chi parte svantaggiato per oggettive difficoltà intellettive e/o sociali. Ed allora, gentile Ministro, siamo sicuri che tagliare le cattedre per alzare di almeno un punto il rapporto docenti/alunni sia la strada migliore? Come si può pretendere una didattica di qualità, se si predilige solo la quantità?
Altro aspetto importante, appare quello del reclutamento degli insegnanti.
E su questo si fa molta confusione. In particolare, i vari Giavazzi e Panebianco adorano il tiro al piccione dalle colonne del Corriere. Segno che i tempi cambiano e il calcio non è più lo sport nazionale per eccellenza! Giavazzi, in particolare, individua nel sistema di reclutamento Concorsuale il principale male del sistema scuola. Certamente non saremo noi a difendere a-criticamente un sistema che ha dimostrato di avere molte falle (ma cui la Costituzione, Sezione II, art. 97, assegna il ruolo di strumento per regolamentare l'accesso agli impieghi della P.A.), ma ci piace ricordare al Dott. Giavazzi che fino al 1999 non esisteva altra forma di reclutamento: eppure la scuola italiana ha avuto un drastico calo delle performance proprio negli ultimi 10 anni! Come ce lo spieghiamo? Non certo puntando l'indice contro i colleghi abilitati, nel frattempo, con il sistema Ssis, ci mancherebbe. Le cause, secondo noi sono ben altre. E le analizzeremo. Ma restiamo sulla questione reclutamento/formazione. Lo stesso Giavazzi, infatti, riferendosi al “talento” di essere un buon insegnante, asserisce che (sic!) “nessuna scuola di formazione professionale può insegnarti se non lo possiedi”. Bene! Bravo! Bis! Senza ironia, siamo perfettamente d'accordo con questa affermazione. Ma, allora, perché si continuano a bandire cicli Ssis? Soprattutto “al buio”, ossia senza certezza sulla spendibilità del titolo di abilitazione?
Ed allora, ci pare di capire che si voglia proporre un sistema dove i Presidi (oddio, forse bisognerebbe ricordare a Giavazzi che oggi sono Dirigenti Scolastici e non “Presidi”), indicono e gestiscono “concorsi locali”, in modo che si possa assumere un “dottorando biologo” piuttosto che essere “costretti ad accettare il primo della graduatoria che ha raggiunto quel posto solo per anzianità”. E qui, davvero, la posizione di Giavazzi denuncia una inconsapevolezza della situazione dei Precari inseriti nelle GaE.
Intanto, vorremo capire come mai il sistema concorsuale non vada bene per assumere gli insegnanti mentre vada benone per assumere i “Presidi”, che poi si “sceglieranno” i propri collaboratori. Non si rischia, seriamente, di andare verso un sistema di gestione “familiare” (nella peggiore accezione del termine) in cui le regole non valgono nulla? A noi pare che il rischio sia altissimo!
Ma la cosa più grave è l'associazione di “primo della graduatoria” = “anziano”, quindi, inutile alla scuola! Prima di tutto, bisognerebbe capire come mai l'età media dei docenti inclusi nelle Graduatorie ad Esaurimento sia così elevata! Certamente non per colpa di chi vi è incluso ma, evidentemente, per colpa di uno Stato che li utilizza quando fa comodo in sedi disagiate (magari) per poi assumerli mai, privilegiando e ipergarantendo il personale di ruolo che, ogni anno, con movimenti/trasferimenti/assegnazioni sottrae le speranze di una stabilizzazione a chi da anni lavora nella scuola!
Inoltre, chi è “primo in graduatoria”, probabilmente, ha ben più di una abilitazione, nonché un Dottorato di Ricerca! Ed anni di esperienza! Che, in un “mercato” o “quasi mercato” (per usare una espressione spesso usata da Roger Abrvanel nel saggio “Meritocrazia”, del quale Giavazzi è autore della prefazione) ha una certa importanza! O no? Non è per questo che i Patron delle grandi aziende americane e anglosassoni mandano i propri figli a fare gavetta (quindi esperienza) in altre aziende per poi, eventualmente, richiamarli alla “base”? Perché, allora, si vuole demonizzare una qualità che in ogni ambito lavorativo è una risorsa, non un demerito?
Concludiamo, caro Ministro, con un invito e alcune proposte.
Si introducano dei test oggettivi di misurazione della qualità della didattica, affidata ad Enti certificatori terzi, rispetto allo stesso Ministero. Ma, nel frattempo:

1. immediata emanazione del decreto sulle immissioni in ruolo necessarie a garantire un regolare e corretto avvio dell'anno scolastico;
2. non si tagli alcun euro di spesa sulla scuola perché già oggi i laboratori non sono attrezzati, l'edilizia scolastica è fatiscente, i docenti sono sottopagati, è difficile fare lezione con quasi 30 alunni/classe che sanno benissimo di esser valutati bonariamente poiché il numero dei diplomati è l'unico (folle) indicatore che conta per misurare l'abilità della scuola di “produrre” risultati;
3. si utilizzino le Graduatorie ad Esaurimento (GaE), laddove non siano esaurite, nell'attesa del nuovo sistema di reclutamento, per immettere in ruolo sul 100% dei posti disponibili;
4. si chiarisca, una volta per tutte, che tali Graduatorie devono essere di soli precari: quindi si escluda da esse il personale di ruolo che ha già altri canali per ottemperare al sacrosanto diritto di mobilità.

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