La scuola e il pasticcio dei debiti

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La scuola e il pasticcio dei debiti

Messaggiodi edscuola » 17 giugno 2008, 6:07

da LASTAMPA.it

La scuola e il pasticcio dei debiti


Studenti e genitori accusano docenti e ministero per la gestione del recupero delle insufficienze


FLAVIA AMABILE


Visto con gli occhi dei genitori, quest’anno di debiti nelle scuole dell’era Fioroni è soprattutto confuso. Luciano Ruscelli ha una figlia in una quarta di un liceo scientifico di Reggio Emilia. E’ rappresentante di classe e il problema dei debiti lo ha vissuto dall’inizio.

«C'è stata una totale disinformazione. Non per colpa della scuola, ma per assenza di indicazioni da Roma. Mi ricordo la confusione degli insegnanti che non sapevano se il debito andava sanato tutto nel primo quadrimestre, o se poteva essere trasportato nel secondo. E così i corsi sono stati organizzati regolarmente, tutte le ore svolte come previsto dal ministero ma le informazioni arrivavano sempre all’ultimo istante e gran parte delle scelte sono state rinviate al buonsenso delle scuole».

«La mia impressione è che i professori avessero difficoltà a capire come comportarsi con questo nuovo sistema di debiti così diverso dal precedente perché prevedeva anche la bocciatura. Da noi si è cercato di non accumulare troppi debiti per non avere una valanga da ragazzi per cui organizzare dei corsi e alla fine sono stati lasciati solo i debiti pesanti. Mi sembra però un po’ ridicolo pensare che, liddove l’insegnante di ruolo non è riuscito a far recuperare gli studenti durante l’anno, possa farcela un insegnante esterno e soprattutto spesso non particolarmente qualificato come vedo che ne stanno arrivando in molte scuole. Per fortuna nella nostra i corsi saranno tenuti da insegnanti di ruolo».

La figlia di Luciano Ruscelli ha una materia scientifica da recuperare. «La scuola organizza dei corsi ma per evitare la bocciatura dovremo ricorrere di sicuro a delle lezioni private. Le vacanze? Certo, andremo comunque ma con i libri dietro e sperando che vada tutto bene».

Andrea Frangiamore vive a Caltanissetta e frequenta il terzo anno del liceo Minerario. Sulla sua estate pesa un debito di una materia molto specialistica: Tecnica di scavo. E così Andrea non si rovinerà le vacanze solo perché delle vacanze vere non se le può permettere: in genere le usa per rimediare lavoretti qui e lì e dare una mano in famiglia, alla madre separata.

Quest’anno, quindi, un’estate al lavoro e sui libri. Non sarà solo. Sono stati oltre dieci della sua classe a avere un debito in Tecnica di Scavo. Nel primo quadrimestre erano il doppio. «Ci aspettavamo che organizzassero dei corsi ma il professore non ha voluto. Il recupero si è svolto in classe, due ore per un intero programma. Nel secondo quadrimestre, lo stesso. Il professore è mancato per due mesi per problemi familiari e noi non sapevamo che cosa fare per recuperare il debito. Nè ora sappiamo qualcosa di più. Non è ancora chiaro se ci saranno dei corsi, oppure no. E però io so che se non ci saranno dovrò trovare qualcuno che mi dia lezioni e quindi dovrò barcamenarmi tra il lavoro e i libri».

Uno potrebbe immaginare che il problema sia legato alle difficoltà di un solo professore e invece Andrea racconta di una realtà in cui è quasi normale comportarsi così. «Alla fine la scelta per l’assegnazione dei debiti è caduta sulle materie dove c’erano problemi gravi. E però ho notato che in quasi tutte le materie se anche si tenevano dei corsi, non arrivano a coprire tutte le ore previste dal ministero. A volte accadeva perché erano due o tre studenti ad avere debiti e allora i professori pensavano che non valesse nemmeno la pena restare un’ora in più e finivano per fare il recupero in classe invece di andare avanti con il programma».

A Giorgia Errigo sono toccati due debiti, il limite oltre il quale c’è la bocciatura. Frequenta il quarto anno dell’istituto Steiner di Torino e passerà l’estate a studiare inglese e progettazione. «Progettazione è colpa mia, e va bene, ho fatto alcuni errori di organizzazione», ammette. «Ma inglese no», chiarisce.

Il debito di inglese Giorgia se lo porta dietro dal primo quadrimestre insieme ad altri cinque compagni. «Avevamo dei corsi di recupero ma su 15 ore totali ne avremo fatte al massimo tre. La professoressa non c’era mai. Sono andata a protestare dalla vicepreside, lei mi ha consigliato di chiedere che cosa accadeva nelle altre classi e, eventualmente, di unirci e protestare insieme. Anche perché i professori vengono pagati per i corsi. Dopo un po’ abbiamo scoperto che la prof aveva problemi personali e quindi finiva per non venire quasi mai, nè durante il primo, nè durante il secondo quadrimestre. Il suo corso era all’ultima ora. La aspettavamo in classe per un po’, poi andavamo via: siamo tutti maggiorenni, potevamo farlo e non aveva senso rimanere per un’ora in classe senza fare nulla».

E così ora Giorgia si ritrova con due debiti, e non sa bene come passerà l’estate. «Frequenterò uno stage fino al 18 luglio come prevede il programma della mia scuola. E ad agosto limiterò le vacanze a due settimane e per il resto studierò. Non so ancora però se i corsi dell’istituto ci saranno o meno. In ogni caso cercherò di prendere delle lezioni private perché quello che organizzerà la scuola non basterà di sicuro. Solo quest’anno hanno iniziato ad accanirsi e a dirci: recuperate altrimenti bocciamo ma è chiaro che quello che qualche ora non sarà sufficiente a recuperare tutto».
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