Il vero tormento è dei genitori

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Il vero tormento è dei genitori

Messaggiodi edscuola » 15 giugno 2008, 16:28

da LASTAMPA.it

Il vero tormento è dei genitori

Cosa succede quando si scopre il verdetto


BRUNO VENTAVOLI

TORINO
Uno, due, tre debiti. L’estate 2008 s’annuncia ardua per i ragazzi con debiti, dopo che il Ministero ha rispolverato l’esame di «riparazione». Come ai vecchi tempi, pensano i genitori che un tempo sono stati studenti lavativi. E’ la ruota che gira, si consolano. Magari fosse così! Il genitore di un figlio con uno, due, tre debiti, scopre presto, invece, che tutto è cambiato. La scuola, passata attraverso mille riforme, vive oggi in regime di deregulation, c’è l’autonomia, ogni istituto ha facoltà di organizzarsi come meglio crede. Cioè? «La data degli esami per estinguere i debiti varia, c’è chi li sostiene subito, a luglio, chi a fine estate», risponde competente la mamma che ti fa morire d’invidia perché sua figlia risolverà la questione intorno al 15 del prossimo mese «poi via, andiamo a Creta».

La mattina dei tabelloni, il redde rationem, è terribile per i genitori a rischio debito. Incroci di telefonate. Nonni molesti ansiosi di conoscere i voti. Silenziosi tormenti dell’anima, «Che cos’ho sbagliato?». L’amico che si diletta di psicologia illumina: «Il padre deve fare il padre, non può essere un amico, ci vuole severità». Per ingannare il tempo dell’attesa, perché ogni figlioletto partito di casa per andare a vedere i risultati ha il cellulare spento o irraggiungibile, il genitore distrugge copie della Montessori o di Rousseau. «Avessi applicato Sacher Masoch!».

Ma quando il verdetto-debiti è noto arrivano i veri problemi. Sempre nel nome della deregulation ogni scuola ha stabilito un calendario particolare di corsi di recupero. Dodici-quindici ore che il figliolo lucignolo dovrà frequentare per riordinare le idee. Il genitore non fa in tempo a dirsi che quelle ore sono pochissime, al limite dell’inutilità, quando scopre con orrore che coincidono con le vacanze organizzate da mesi. Il corso di italiano s’accavalla con il viaggio a Tallinn; le lezioni di greco con la partenza per Atene. Insomma, vacanze di luglio disintegrate. E pensare che per strappare quelle date c’erano state trattative all’arma bianca con i colleghi d’ufficio. E il biglietto prenotato previdentemente on line, per limare qualche euro, è diventato carta straccia.

«E’ il kharma», torna a ripetersi il genitore di un figlio con debiti, per trovare un disegno razionale nel calendario della scuola moderna, che somiglia tanto al metodo Ogino-Knaus. Anch’io ho fatto fesserie d’ogni genere quando ero studente, si dice il genitore. E’ giusto che sia così. Ma poi, recuperando un barlume di lucidità, si rende conto che non solo passerà l’estate in città, dovrà anche affrontare un nuovo salasso di ripetizioni private. La tv, i giornali, la panettiera, dicono che c’è stato un giro di vite, che quest’anno torna la severità. E se me lo stangano?, si chiede angosciato il genitore del figlio con debiti. Meglio integrare i corsi di recupero offerti dallo Stato con qualche aiutino privato, salasso oscillante tra i 40 e i 60 euro all’ora.

I debiti così com’erano non funzionavano più. Erano perfettamente inutili, i ragazzi debitori spesso se ne infischiavano e se li portavano in dote fino alla settima generazione. Arrivavano lacunosi all’università. E non è giusto allevare una torma di bamboccioni ignoranti in questo mondo globalizzato dove la sfida sull’istruzione è vitale. Giusto, giustissimo, pensa il genitore illuminista. E poi si chiede, con colpevole nostalgia retrò, ma non era meglio una volta, con i classici esami di riparazione, quando c’era la certezza della pena e delle date?
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