da IlMessaggero.it
Gelmini: «Più soldi agli insegnanti e giro di vite contro il bullismo». Poi cita Gramsci
ROMA (10 giugno) - Gli insegnanti italiani devono guadagnare di più. Lo dice il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, Mariastella Gelmini. «Questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media Ocse», ha affermato il ministro illustrando in commissione Cultura alla Camera il suo programma per la scuola.
«Non possiamo ignorare - ha detto il ministro - che lo stipendio medio di un professore di scuola secondaria superiore dopo 15 anni di insegnamento è pari a 27.500 euro lordi annui, tredicesima inclusa. Fosse in Germania - ha aggiunto - ne guadagnerebbe 20 mila in più. In Finlandia 16 mila in più. La media Ocse è superiore ai 40 mila euro l'anno». Per il ministro, per adeguare gli stipendi bisogna «aggredire le cause dell'iniquità del sistema, mediocre nell'erogazione dei compensi, mediocre nei risultati, mediocre nelle speranze».
Il ministro cita Gramsci. «Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con uno speciale tirocinio...». Il ministro dell'Università ha poi citato Gramsci (Quaderni dal carcere) per sottolineare come il merito e la fatica dello studio siano gli unici possibili fattori di promozione sociale. «Oggi la società italiana, ce lo dicono i dati statistici, è immobile. Il figlio dell'operaio è, drammaticamente, condannato a sua volta, e se è fortunato, a fare l'operaio. Ditemi voi se questo non è un sistema iniquo». Secondo Gelmini ci sono due pilastri da rafforzare: il primo riguarda il nocciolo duro dell'istruzione il secondo riguarda la personalizzazione dell'istruzione.
Riforme solo se necessarie. La soluzione dei problemi della scuola non può essere affidata esclusivamente a «leggi di sistema». Per anni, ha detto il ministro Gelmini, «abbiamo imbullonato e sbullonato leggi e decreti, badando più al colore politico dalla sostanza dei problemi», oggi, invece, «abbiamo bisogno di una buona amministrazione e un buon governo, di semplificazione e di chiarezza». Per questo il ministro ha annunciato che proporrà «modifiche legislative solo dove è strettamente necessario» cercando di «contenere l'irresistibile tendenza burocratica a produrre montagne di regolamentazione confusa e incomprensibile e di favorire l'adozione di criteri generali e indicazioni nazionali leggibili, evitando la metastasi delle norme di dettaglio».
Valorizzare il merito. «La scuola deve premiare gli studenti migliori», ha detto il ministro, che ha poi citato la parte in cui il programma del Pd dice che «è necessaria una vera e propria carriera professionale degli insegnanti che valorizzi il merito e l'impegno». Secondo Gelmini, se si vuole migliorare il sistema scolastico in Italia non si può eludere il tema dell'autonomia: «Autonomia e valutazione sono due facce della stessa medaglia, non possiamo rendere piena l'autonomia scolastica senza un sistema di valutazione che certifichi, in trasparenza, come e con quali risultati venga speso il pubblico denaro».
Puntare sulle tre I e sull'italiano. «La “patente delle tre i”, inglese, internet, impresa, indispensabile a percorrere le strade del terzo millennio, non può essere presa a discapito della quarta “i”: quella di Italiano». Il ministro Gelmini ha spiegato che bisogna declinare e approfondire a seconda dei percorsi di istruzione l'antico trinomio «leggere, scrivere, far di conto» con una particolare attenzione agli alunni extracomunitari, sempre più numerosi nelle classi italiane.
L'istruzione è sempre pubblica. L'istruzione «è pubblica sempre, anche quando viene svolta da scuole private». «Credo - ha aggiunto Gelmini- che non si debba scavare ancora di più il solco tra scuola pubblica e privata, ma andare incontro alle famiglie. Lavorare, sempre attraverso il confronto, per fare in modo che le famiglie possano scegliere la scuola dove educare i propri figli».
Giro di vite contro il bullismo. Il ministro Gelmini ha anche annunciato provvedimenti e norme più severe per arginare atti di violenza e di bullismo a scuola. Non saranno più tollerati - ha detto - gli atti che non rispettino i compagni di classe, gli insegnanti, le strutture, il patrimonio comune. «Se si vuole rispondere efficacemente alla profonda esigenza di trasmettere il valore del rispetto e della osservanza delle regole, il valore della legalità, dei diritti e dei doveri, occorre agire - ha detto Mariastella Gelmini - sin dai primi anni di vita. Sin dalla scuola dell'infanzia e dalla scuola primaria».