Brunetta, stop alle assunzioni

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Brunetta, stop alle assunzioni

Messaggiodi edscuola » 29 maggio 2008, 7:51

da ItaliaOggi

Brunetta, stop alle assunzioni

Il ministro presenta ai sindacati il piano di ristrutturazione della pa. La Cgil abbandona

Quando si dice che la forma è sostanza. A palazzo Vidoni l'aria è cambiata, è cambiato il ministro, sono cambiati i progetti di riforma della pubblica amministrazione. E i sindacati, la controparte più insidiosa per Renato Brunetta, se ne sono resi conto anche ieri, prima del faccia a faccia durante il quale il ministro ha poi presentato loro il progetto di riorganizzazione della burocrazia italiana. In mattinata, mentre fervevano i preparativi per il confronto, alle segreterie sindacali è arrivato un fax della Funzione pubblica, in cui si precisava che alla riunione, «per necessità di carattere organizzativo», sarebbe stata ammessa la presenza di un solo rappresentante a sigla. Una piccola rivoluzione- appunto di forma- per le relazioni tra governo e sindacati, intessute finora a colpi di maxi tavoli. E così il vertice di ieri non si è più svolto nella maestosa sala Stoppani di Palazzo Vidoni a Roma, ma nello studio del ministro. Tutti stretti intorno a un tavolo che a mala pena raccoglieva una quindicina persone. E 13 erano i rappresentati delle sigle invitate. Un modo di fare che francamente non è andato giù a Michele Gentile, segretario confederale della Cgil, che ha subito contestato il metodo- oltre che il merito- del neo ministro accusato di escludere in questo modo dai confronti i segretari di categoria competenti in materia. E ha abbandonato il vertice.
Brunetta non ha distribuito l'atteso disegno di legge di riforma, con le norme antifannulloni, ma una quarantina di pagine in cui ha riassunto, per capi, i prossimi interventi legislativi, dalla revisione in versione privatistica dei contratti pubblici alla responsabilizzazione dei dirigenti nella gestione dei dipendenti, dal controllo sui contratti di secondo livello al potenziamento del sistema sanzionatorio nei confronti dei travet fannulloni, dalla dismissione delle quote di partecipazione pubblica nei patrimoni immobiliari alla revisione del Cnipa, dell'Aran e del Formez assieme a quelle dei dipartimenti e della Scuola superiore di formazione dei dirigenti statali.

La premessa è che la produttività dei dipendenti pubblici e l'efficienza degli uffici sono assai basse rispetto al privato, eppure godono di condizioni di miglior favore: nessun rischio occupazionale, bassa mobilità e una quasi automatica progressione di carriera. Elementi che configurano «una vera condizione di privilegio nei confronti dei dipendenti privati». Insomma, ci sono ampi margini di miglioramento. Secondo Brunetta «esiste un bacino di produttività latente e inespressa». Ed ecco, nel documento dato alle parti sociali, il progetto: si può prudenzialmente stimare che in un medio periodo, ovvero dai tre ai cinque anni, si possa recuperare produttività in una misura del 20%. Generando un equivalente recupero di risorse economiche valutabili in circa 40 miliardi di euro, 8 miliardi ad anno. Due i fronti di intervento ipotizzati nel prospetto di Brunetta. Innanzitutto il ripristino del blocco delle assunzioni: nel 2008 i pensionati di tutto il pubblico impiego si stima siano circa 100 mila e, in base all'attuale Finanziaria, il turn over possibile non dovrebbe superare il tetto del 40%. La seconda misura riguarda l'incremento dei servizi pubblici ai cittadini, andando a coprire quei bisogni ad oggi non presidiati. I sindacati hanno avuto 48 ore di tempo per dire, per iscritto, cosa pensano. L'ultimatum scade domani. «Premialità, meritocrazia, valutazione e trasparenza ci trovano d'accordo», chiarisce il numero uno della Confsal, Marco Paolo Nigi, «ma il cambiamento deve avvenire insieme ai lavoratori e non contro». «L'approccio di Brunetta è innovativo», ha commentato Fulvio Depolo, segretario confederale dell'Ugl, il sindacato vicino al centrodestra. Paolo Pirani, segretario confederale Uil, ha rimesso l'accento sulla necessità di rinnovare il contratto di lavoro della pubblica amministrazione che, secondo quanto riferito da Brunetta, dovrebbe essere anche riformato in base al principio del contratto unico pubblico-privato su base triennale. Attende di verificare punto per punto il documento la Cisl rappresentata da Gianni Baratta.

E domani resta anche da vedere se questa volta la triplice -Cgil, Cisl e Uil- presenteranno un documento unico di valutazione e di controproposte.
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