da LASTAMPA.it
La nuova disciplina
Pavia, il preside punisce i bulli mandandoli ad assistere gli anziani
FRANCESCO OLIVO
TORINO
Chissà se ora metteranno su Internet il video della partita di tresette con i nonnetti. Per contrastare il bullismo sospensioni e note a casa non bastano. Il preside dell’istituto professionale «Luigi Cremona» di Pavia, ha deciso che i più indisciplinati della scuola per punizione andranno a fare assistenza negli ospizi. Nella provincia lombarda il tema della disciplina scolastica è al centro dell’attenzione dopo alcuni fatti di cronaca. Ieri uno studente di Stradella è stato sospeso per novanta giorni dopo aver preso a schiaffi un insegnante. Mentre alcuni giorni fa all’istituto tecnico Volta di Pavia dieci studenti fantasiosi, e affamati, hanno pensato bene di ordinare delle pizze con il telefonino durante le lezioni. Quando il fattorino ha bussato alla porta dell’ aula con i cartoni fumanti, il preside ha immediatamente inflitto sette giorni di sospensione ai ragazzi.
Ladri di merende
Anche all’istituto Luigi Cremona le cose non andavano molto bene, cinque ragazzi della quarta, si sono filmati con il cellulare mentre distruggevano il distributore di merendine della scuola. L’impresa è stata diffusa sulla Rete e i professori che reagiscono all’antica: sospensione di dieci giorni. Il preside, Stefano De Luca, però è andato oltre. Inutile lasciare a casa i bulli, molto meglio mandarli a fare qualcosa di utile, come l’assistenza agli anziani: «Dietro a quei comportamenti sbagliati c’è una richiesta di apparire, se i ragazzi vogliono essere protagonisti, proviamo a utilizzare queste velleità in senso positivo, mettendoli di fronte alle realtà difficili». Così alla banda delle merendine è stato chiesto di scegliere: o la sospensione o un periodo da badanti. I cinque hanno accettato di scontare la sanzione con i vecchietti di due istituti della città. «L’esperimento è andato bene - prosegue il preside -. Così abbiamo deciso di inserire il volontariato negli ospizi anche tra le attività formative extra scolastiche». Quello dell’istituto lombardo è solo l’ultimo dei tantissimi rimedi sperimentali per contrastare il bullismo.
Il garante a memoria
A Imperia nel gennaio scorso un ragazzo di un istituto tecnico che aveva filmato di nascosto un professore è stato condannato a presentare una tesina su un argomento verso il quale si era mostrato insensibile: la privacy. A Milano, invece, fu il giudice a obbligare gli studenti, che avevano volutamente allagato il liceo Parini, a riordinare per un anno la biblioteca della scuola. Anche allo Steiner di Torino intervenne il tribunale dei minori: i bulli che si erano accaniti su un compagno disabile furono condannati a prestare servizio al Sermig, l’arsenale della pace. All’estero fioccano esempi gustosi: in Giappone nel 1984 i bambini di una scuola elementare della città di Morioka furono costretti dal sadico maestro a mangiare la pelle di un serpente. Nei college inglesi i metodi educativi classici sono sempre stati rigidi, per arrivare a un codice che abolisse pratiche «pedagogiche» come sciopero del sonno, fruste e docce gelate si è dovuto aspettare il 2000. Il record per la sanzione più crudele spetta al professore Janu dell’Illinois, che per punire gli indisciplinati ha sfidato la Convenzione di Ginevra: chiusi in una stanza ad ascoltare per ore le canzoni di Frank Sinatra.