da IlTempo.it
L'intervistaLo psichiatra Paolo Crepet: «Oggi si cresce prima: abbassiamo l'età adulta a 16 anni»
«Generazione di frustrati, senza un futuro»
Natalia Poggi
n.poggi@iltempo.it
Ora è il tempo dell'indignazione, dello sgomento e delle fiaccolate ma pure l'occasione per fermarsi a riflettere sul perchè del reiterarsi di episodi così violenti e feroci con protagonisti dei minorenni.
«I casi di Niscemi, Verona e Viterbo - spiega lo psichiatra Paolo Crepet - individuano elementi di disagio, uno scollamento dalla vita che fa paura ma soprattutto una generazione che non ha futuro, con una frustrazione terribile che si acuisce di mese in mese. A questo punto credo che sia giusto parlare di emergenza educativa». Ma perchè questa violenza cieca, oggi nel 2008? «Se io rubo il futuro creo della gente aggressiva e moltissimi giovani non hanno prospettive. Trent'anni fa le azioni violente erano legate a sperequazioni sociali, per acquisire qualcosa. Oggi i giovani violenti vivono nel benessere ed esprimono il disagio dell'agio, del non avere apparentemente problemi. Ma in realtà gli manca una cosa grande: progettare sè stessi. Si tratta di una generazione pret à porter».
E questo scatena le frustrazioni che, fortunatamente si tratta di casi limite, possono portare anche a uccidere? «È la violenza che scaturisce dalla consapevolezza di non pensare al domani, che il tuo futuro è quello che ti viene pianificato, permesso dai genitori che sono i veri sponsor della tua vita». Si può essere consapevole di questo già a quindici anni? «Assolutamente sì. Anzi sono convinto che bisogna abbassare l'ingresso nell'età adulta. Dai 18 ai 16 anni. Questo vuol dire diritti (come andare a votare) ma anche doveri e se rubi una mela devi essere punito come un maggiorenne. Bisogna instillare ai giovani l'idea che la società sceglie di credere in loro. Noi adulti dobbiamo decretare che loro sono soggetti di diritto e hanno responsabilità». Responsabilizzazione, e poi? «E poi una società che dia ai giovani delle opportunità, che investa su di loro. Ad esempio, una casa (ad Amsterdam tutti i diciottenni lasciano la famiglia). Inoltre una scuola meritocratica che faccia, però, trovare lavoro. Perchè i giovani sono il futuro del paese».