da Tuttoscuola
L’incompiuta riforma degli ordinamenti
Un secondo fronte, non in ordine di importanza, è quello delle riforme di ordinamento (parliamo qui del settore della scuola, ma la Gelmini dovrà occuparsi anche di università e ricerca).
Si va dal completamento dell'attuazione della legge n. 53 (tre decreti legislativi su sei attendono di essere varati in via definitiva; un quarto - quello sulla formazione dei docenti - è stato soppresso e sostituito dalla previsione di un regolamento, che il nuovo governo dovrà adottare) al riordino dell'istruzione tecnica e professionale, che presentano troppe, inutili aree di sovrapposizione; dalla gestione - o eventuale correzione - delle nuove "Indicazioni nazionali" per il primo ciclo alle misure relative ai "percorsi e progetti" che affiancano i corsi ordinari di istruzione secondaria superiore; dall'attuazione dei Titolo V della Costituzione (il "federalismo scolastico"), con i connessi e complessi problemi di rapporto tra lo Stato e le Regioni, al pacchetto di provvedimenti in materia di valutazione, decisivo per il successo della strategia meritocratica annunciata nel disegno di legge presentato dalla Gelmini nello scorso mese di febbraio: valutazione non solo della efficienza delle istituzioni (scuole, università, enti di ricerca) ma anche della qualità delle prestazioni dei docenti come dei dirigenti scolastici.
Sul versante post-secondario andrà poi seguita con attenzione la realizzazione degli ITS (Istituti Tecnici Superiori), che per diventare qualcosa di simile alla formazione tecnica superiore di cui dispongono da tempo Paesi come la Francia e la Germania richiederà sforzi ulteriori, sia di tipo progettuale che finanziario, oltre che un'intesa strategica con le Regioni.