da Tuttoscuola
Ministero: una macchina da ripensare
Un terzo fronte sarà quello della riforma degli apparati tecnici e amministrativi centrali e periferici del Ministero dell'istruzione. Il compimento dell'autonomia delle scuole e il decentramento (federalismo) scolastico impongono la riorganizzazione del Ministero, chiamato a svolgere funzioni di indirizzo, di programmazione e di valutazione, che richiedono a livello centrale la costruzione di competenze adeguate sul piano della progettazione delle azioni di sistema.
Non in questa direzione si sta muovendo il concorso ispettivo in atto, che sembra al contrario puntare su veterocompetenze di carattere giuridico e procedurale, più adatte a funzioni di controllo burocratico top-down che di promozione e valutazione dell'innovazione bottom-up, più consone allo scenario dell'autonomia. E andrà fatto uno sforzo di riconversione anche culturale della dirigenza amministrativa, erede di una tradizione centralista e iperburocratica che ha avuto in passato momenti anche alti, ma che si è da anni contratta in una inefficiente e costosa macchina del vuoto, che si regge sulla competenza e sul sacrificio anche personale di una minoranza, che riceve peraltro scarsi riconoscimenti.
La Gelmini, da questo punto di vista, potrà probabilmente contare sul sostegno delle componenti liberal-riformatrici del governo, da Renato Brunetta (Funzione pubblica) a Maurizio Sacconi (Welfare), senza escludere che un sostegno, vincolato al perseguimento di obiettivi di maggiore efficacia ed efficienza (più risparmi, più investimenti) possa venire dal ministro dell'Economia Tremonti.