Un "Tribunale scolastico" contro il bullismo

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Un "Tribunale scolastico" contro il bullismo

Messaggiodi edscuola » 24 aprile 2008, 23:19

da LASTAMPA.it

Un "Tribunale scolastico" contro il bullismo


Una proposta di legge contro il bullismo e le condotte inadeguate dei docenti


ROMA
Istituire un “Tribunale scolastico” in ogni istituto contro il bullismo ma anche «per intervenire nei confronti di docenti la cui condotta non risulti essere compatibile con l’esercizio del ruolo»: è questa la proposta di legge che l’Osservatorio sui diritti dei minori farà al governo.

«I dirigenti scolastici che - spiega il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio - sono sempre più manager con rilevanti poteri decisionali e i consigli d’istituto devono creare, all’interno dell’istituzione scolastica, un collegio giudicante allo scopo di comminare provvedimenti disciplinari tendenti al rafforzamento del senso di responsabilità e al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità. L’applicazione delle sanzioni ha una duplice finalità, accanto al tradizionale proposito punitivo, le sanzioni devono esprimere un intento preventivo e soprattutto educativo».

L’avvocato Antonino Napoli, che dirige il dipartimento giustizia dell’Osservatorio, chiarisce come dovrebbe tecnicamente essere e funzionare il tribunale: «L’organismo deve essere costituito dal dirigente scolastico in qualità di presidente, dal sindaco o da un suo rappresentante, da un delegato delle forze di polizia territoriali, da una delegazione genitoriale, una studentesca e una del corpo docente e dovrà decidere sulle sanzioni da applicare». Gli alunni - prosegue l’avvocato - che sono «implicati in atti devianti», potranno comunque avvalersi di una difesa: un genitore, un docente o uno studente, mentre l’accusa è sempre rappresentata da un docente. Per i docenti «implicati in azioni non corrispondenti alla deontologia propria del ruolo», la difesa può essere rappresentata da un collega.

Le sanzioni, temporanee, dovranno essere proporzionate all’infrazione e «ispirate, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno morale e materiale eventualmente arrecato all’istituto ed ai terzi». Ma a chi è sanzionato è offerta la possibilità di convertire le pene in attività socialmente utili, da svolgere in ambito scolastico. Non eseguire le sanzioni disciplinare, per gli alunni si riflette anche - nel disegno dell’Osservatorio - sulla valutazione della condotta e, quindi, sul giudizio complessivo di idoneità alla classe superiore.

Chi alla fine del giudizio sarà ritenuto colpevole, e per i casi più gravi, potrà essere condannato, in base al codice civile, al pagamento delle spese del giudizio, ma i soldi saranno «devoluti ad un fondo acceso presso l’istituto per gli studenti più bisognosi». «E’ chiaro - spiega l’avvocato Napoli - che delle sanzioni pecuniarie comminate agli alunni ne risponderanno i genitori».

Le sentenze inoltre, secondo la dettagliata proposta di legge dell’Osservatorio, dovranno costituire titolo esecutivo per il recupero, anche forzato, delle somme a cui studenti o docenti sono condannati. L’impugnazione può essere presentata entro 15 giorni davanti ad una sezione superiore costituita dal dirigente scolastico che la presiede, dal presidente del consiglio d’istituto, dal presidente del comitato studentesco e da un rappresentante delle forze di polizia territoriali più alto in grado di quello che ha partecipato alla prima sessione.

Ma il processo del “tribunale scolastico” «non sarà né concorrente né alternativo al procedimento giudiziario», nei casi in cui la condotta dello studente o dell’insegnante sia da codice penale. In ogni caso «in presenza di ricadute penalmente rilevanti, l’obbligo del Tribunale Scolastico sarà quello di trasmettere una relazione al Tribunale competente al fine di iscrivere le notizie di reato». «La sanzione che verrà applicata dal Tribunale Scolastico ha natura diversa dalla pena che viene pronunciata dai Tribunali ordinari, infatti non è previsto, né lo si poteva prevedere, il carcere né tantomeno il perdono giudiziale», conclude l’avvocato, a scanso di equivoci.

Per Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio «L’istituzione del Tribunale Scolastico potrebbe rappresentare un tentativo serio di risoluzione rispetto ad un fenomeno da considerarsi emergenziale e fin troppo sottovalutato, teso a conferire all’istituzione scuola una buona dose di quell’autorevolezza per svariate ragioni venuta meno a causa, soprattutto, di un perdonismo dilagante e di inopportune omissioni».
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