da Repubblica.it
Lo spettacolo dei 15 giovani del quartiere napoletano sbarca a Milano
Un'esperienza che punta a combattere camorra, corruzione e contrabbando
In scena un musical contro le tre c
il "miracolo" dei ragazzi di Forcella
Il progetto propone un percorso di formazione e lavoro
"E' la dimostrazione che anche qui c'è voglia di cambiare"
di TULLIA FABIANI
CON la musica, le parole, l'ironia combattere le tre c: liberare il territorio di Forcella da camorra, corruzione, contrabbando. E restituirlo a chi si impegna affinché lavoro, cultura, solidarietà, non restino solo parole. E' un "miracolo inventato" che va in scena; un musical realizzato da quindici ragazzi del quartiere napoletano che da qualche anno calcano i palcoscenici locali e che per la prima volta approdano ora al Teatro Studio di Milano. Ma dietro la fiction e la rappresentazione c'è altro. E per certi versi si tratta di un miracolo vero. C'è un centro di aggregazione giovanile, avviato da circa tre anni, che è una fucina di attività: doposcuola, corsi di alfabetizzazione per immigrati, laboratori di teatro, cooperative di lavoro e servizi. E oggi un nuovo progetto: raccogliere fondi per aprire una pizzeria dove lavoreranno i ragazzi di Forcella, a cominciare dai protagonisti del musical.
Offrire formazione e lavoro. "I ragazzi che partecipano allo spettacolo hanno tra i 17 e i 24 anni, alcuni studiano, altri cercano di riprendere da dove hanno interrotto - spiega Ornella Scognamiglio, presidente del consorzio Proodos, promotore del progetto - e noi li aiutiamo, perché siamo convinti che la cultura sia una delle armi più importanti contro la criminalità. Il musical per due anni è andato in scena solo a Napoli poi si è pensato di allargare l'orizzonte per collegare l'iniziativa a un progetto più ampio, aprire un wine bar e una pizzeria sociale nel quartiere dove la mattina si faranno corsi per barman, pizzaiolo, barman acrobatico. Un modo per formare i ragazzi e dare loro opportunità di lavoro".
Eppure non è stato facile coinvolgere gli abitanti del quartiere e mettere radici nel territorio: il Centro di aggregazione, gestito dal consorzio e dalla cooperativa Me.Ti, si trova in un edificio particolare. "Lavoriamo in un appartamento confiscato alla camorra, la vecchia casa di Luigi Giuliano, boss di Forcella - racconta Enzo Florentino, operatore sociale e presidente di Me.Ti. - i primi sei mesi che stavamo lì, quando abbiamo cominciato a ristrutturare non è salito nessuno, quindi abbiamo pensato di andare noi per strada a dire cosa facevamo in quella casa; le abbiamo dato un nuovo nome e l'abbiamo chiamata la Bottega delle meraviglie, poi abbiamo presentato le varie attività e col tempo abbiamo raccolto simpatia e curiosità. Hanno capito che il nostro lavoro non era una vetrina, un impegno di facciata".
Oggi intorno ai laboratori gravitano circa 60 ragazzi al giorno, ma "ce ne potrebbero essere molti di più", nota Scognamiglio. Perciò, anche per aumentare il coinvolgimento, si punta su nuove idee e si cercano ulteriori risorse: "Grazie al sostegno di aziende e fondazioni, come la Fondazione Cariplo che nel 2004 ha finanziato (291mila euro, ndr) i primi progetti, contiamo di organizzare circa dieci corsi e speriamo che a ognuno partecipino almeno 15-20 ragazzi. Vorremmo mettere su una vera impresa sociale - afferma Scognamiglio - e ci proviamo con diverse iniziative: lo spettacolo, la ricerca e raccolta dei contributi e anche un'asta su eBay dove si trovano le scarpette di Fabio Cannavaro e una maglietta di Ciro Ferrara".
Il musical visto dai ragazzi. Intanto però il musical resta il fiore all'occhiello. E per i ragazzi si tratta di una sfida appassionante che passa dai teatri in cui si esibiscono alle strade in cui vivono ogni giorno. "Non avremmo mai pensato di fare una cosa del genere - racconta Ciro, 18 anni, studente in un liceo linguistico - all'inizio eravamo un po' perplessi, poi abbiamo visto che si trattava di una cosa seria e abbiamo cominciato questa avventura. E' la dimostrazione che anche a Forcella si può vivere bene e che c'è voglia di cambiare e valorizzare le cose buone di questo posto".
Cambiamento è la parola chiave: "È uno stimolo per tutti i ragazzi del quartiere - dice Rosaria, 25 anni, parrucchiera nella vita e pizzaiola nel musical - perché la realtà è che qui molti giovani vivono per strada e viene praticata l'arte di arrangiarsi, un modo brutto di campare. Noi abbiamo investito in questo sogno: vogliamo far sapere che ci siamo e che qualcuno si accorga di noi".
La storia è quella di un gruppo di ragazzi che fondano un movimento politico per cambiare il territorio in cui vivono e liberarlo dalle tre c: camorra, corruzione, contrabbando. Nel fare questo chiedono aiuto a un santo, sant'Agrippino protettore di Forcella, e si trovano a vivere storie d'amore, relazioni sociali, esperienze varie della vita quotidiana.
"È una commedia molto divertente scritta con l'aiuto di grandi professionisti musicali e teatrali, tutti impegnati volontariamente nel progetto - precisa Fiorentino - I testi sono stati scritti per ciascun ragazzo, seguendo un po' la sua vicenda personale e cercando di tirar fuori le paure e le difficoltà di ognuno". Il problema del lavoro, il degrado sociale, la sfiducia nelle istituzioni.
"Nel musical sono una turista che arriva a Napoli - spiega Gemma, 17 anni, studentessa di un istituto tecnico sociale. Anche a scuola racconto l'esperienza del teatro e le mie compagne si stupiscono perché in genere non è un'attività tra quelle che si fanno abitualmente nel nostro quartiere. Molti pensano che finirà, ma noi adesso siamo contenti così e ci sembra già di aver fatto comunque un grande passo avanti".
Un vero e proprio salto per chi come Anna, 20 anni, non ha avuto la possibilità di studiare e non lavora. "Accudisco mio padre che ha problemi di salute e aiuto la mia famiglia in casa - racconta la ragazza - Per me questa del musical è un'esperienza meravigliosa: ogni volta che sto a teatro provo un'emozione fortissima. Stare sul palco e guardare il pubblico in sala che segue lo spettacolo mi dà felicità. E mi dà la forza di andare avanti. Di credere che con l'impegno e qualche aiuto si può davvero cambiare la realtà".