da Tecnica della Scuola
Assunzioni 60.000 precari: siamo alla guerra sui numeri
di Alessandro Giuliani
A momenti si saprà l’esito dell’incontro decisivo tra rappresentanti del Ministero dell’economia, della pubblica istruzione e dei sindacati per stabilirne il numero. Via XX Settembre frena, ma per i sindacati i posti ci sono anche perché vanno assunti 50.000 docenti di sostegno in tre anni. C’è poi un’ultima ipotesi, fornita dal Ministro Fioroni: quella delle immissioni in ruolo in due trance, la prima immediata e l’altra dopo le elezioni. Ma per la sinistra sarebbe scandaloso.
Sono ore di trepidazione quelle che stanno vivendo i precari della scuola: a momenti si saprà infatti l’esito dell’incontro decisivo tra rappresentanti del Ministero dell’economia, della pubblica istruzione e delle organizzazioni sindacali per stabilire il numero di assunzioni da fare prima dell’avvio del prossimo anno scolastico. Secondo le indicazioni di ieri sembrava si dovesse procedere ad immettere in ruolo non più di 32.000 lavoratori (25 mila insegnanti e 7 mila non docenti) anziché i 60.000 stabiliti in Finanziaria.
Un’eventualità – dimezzare il contingente - che ha mandato su tutte le furie i sindacati: Cgil, Cisl, Uil e Snals-Confsal hanno immediatamente inviato una richiesta al Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e ai Ministri dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, per l'attuazione del piano triennale di assunzioni previsto dalle leggi finanziarie 2007 e 2008. I sindacati considerano infatti le chiamate in ruolo come "elemento fondamentale" a garanzia del funzionamento e della qualità della scuola pubblica e un "doveroso riconoscimento" dei diritti del personale precario. Hanno pertanto chiesto l'immediata emanazione del decreto autorizzativo, considerata l'ampia disponibilità dei posti vacanti rispetto alle previsioni del piano triennale approvato dal parlamento.
Ancora una volta le parti si sono scontrate sui numero. A frenare per le assunzioni di tutti i 60.000 precari sarebbe via XX Settembre, soprattutto dopo aver appreso dell'inaspettata riduzione dei pensionamenti, passati da quasi 55.000 dello scorso anno a meno di 20.000: ciò comporterebbe dei costi eccessivi per il personale dello Stato, oltre che una non completa disponibilità dei posti vacanti da mettere a ruolo.
"Secondo i nostri calcoli – sostiene però Enrico Panini, leader Flc-Cgil - i numeri per fare le 60.000 assunzioni rimangono tutti in piedi. Bisogna infatti considerare che nella stessa Finanziaria è previsto che in tre anni venga assorbito a tempo indeterminato il 70% degli insegnanti di sostegno: essendo più o meno 50.000 i posti liberi per questa categoria di docenti è evidente che ne dovrebbero essere assunti almeno 15.000 l'anno".
"Un numero che sommato alle almeno 30.000 cattedre accertate prive di docenti titolari e a quelle dei non docenti, dove c'è tantissimo precariato annuale che supera ampiamente le 10.000 unità, arriva alle cifre significative di cui parlavamo", continua il leader della Flc-Cgil. “Ma quella di far slittare tutto sarebbe la soluzione peggiore: le nomine le deve fare questo governo. Ma non per motivi di campagna elettorale, visto che negli ultimi anni in politica sono saltati tutti gli schemi: il motivo è semplicemente da ricondurre al fatto che è questo governo ad aver voluto inserire le assunzioni della scuola in Finanziaria e quindi le sente sicuramente più sue di un governo futuro sulla cui composizione, tra l'altro, oggi non possiamo sapere nulla".
La posizione è la stessa sostenuta anche dai “Comitati insegnanti precari”, secondo cui immettere in ruolo 25.000 docenti èfunzionale all'acquisizione del consenso elettorale in vista delle prossime elezioni politiche: una manovra in extremis - sostiene Maristella Curreli, presidente nazionale dei Cip – chenon si contribuisce ad eliminare la precarietà, né a conferire più qualità alla scuola statale e meno che mai ad onorare l’impegno che la maggioranza uscente aveva assunto, solo l’anno scorso, con la legge finanziaria. Infatti, a fronte delle 150.000 immissioni programmate dal piano triennale, degli attuali 100.000 posti vacanti e dei 20.000 pensionamenti previsti per il 2008, questa soluzione copre poco più del 20% del fabbisogno, dimostrandosi di grande impatto mediatico e scarso effetto pratico”.
Oggi è però spuntata un’altra possibilità: quella di attuare le 60.000 assunzioni in due trance, la prima immediata e l’altra dopo le elezioni. La possibile soluzione – riferiscono Pietro Folena (Rifondazione comunista) ed Alba Sasso (Sd), rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione Cultura alla Camera – è stata fornita a Bari dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ad alcuni precari che gli chiedevano notizie sull’esito della trattativa in corso tra governo e sindacati.
"Se così fosse – sottolinea Folena - sarebbe scandaloso: si tornerebbe alla vecchia politica di Lauro, quello che regalava prima una scarpa e poi, dopo le elezioni, l'altra: i precari hanno diritto di sapere se entreranno o meno in ruolo e con quali tempi. Fioroni non può promettere un secondo tempo perché è poco probabile che sia lui il prossimo ministro".
Anche i toni usati da Alba Sasso sono accesi: "promettere per il post-elezioni – dichiara l’on. Sasso - è una presa in giro inaccettabile. Come è totalmente inaccettabile che il Ministro Padoa Schioppa possa fare il bello e cattivo tempo anche sulla scuola. Il governo emani immediatamente il decreto di immissione in ruolo dei 50mila insegnanti e dei 10mila Ata previsti. Se poi si potrà fare di più lo si farà, ma adesso occorre mantenere gli impegni presi". Entro poche ore sapremo come sono andate le cose.