da Unità
Giovedì, 4 Ottobre 2007
Ma l’Europa ci boccia: un quindicenne su 4 non sa leggere
Dopo quella dell’Ocse, per la scuola italiana arriva una nuova bocciatura, questa volta dalla Commissione Europea. La scuola on passa l’esame della Commissione europea, nonostante i progressi fatti sia per quanto riguarda il livello del profitto degli studenti che per il numero di laureati - e soprattutto di ’laureatè - in materie scientifiche. Da un rapporto messo a punto dagli uffici del commissario per l’Istruzione, Jan Figel, emerge infatti che l’Italia ha indicatori per lo più al di sotto della media europea e che investe meno degli altri nell’istruzione. Una situazione, questa, che non sorprende il vicepresidente della Commissione, Franco Frattini: «Spero che nella prossima finanziaria ci saranno investimenti consistenti nel settore».
A preoccupare maggiormente Bruxelles è il numero di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno interrotto presto gli studi: l’obiettivo europeo è che la quota, nel 2010, non superi il 10%, ma per il 2006 la media Ue è stata del 15,3%, ben inferiore al 20,8% dell’Italia (che pure è molto migliorata rispetto al 25,3% del 2000). Segue il problema dei quindicenni che non hanno ancora una buona capacità di lettura e che in Italia si è addirittura aggravato: dal 18,9% di 6 anni fa si è passati al 23,9%,.
Il numero di laureati (29 su 1000 abitanti) è al di sotto della media, ma sta avendo una forte crescita, soprattutto tra le ragazze. Buone notizie anche dal fronte delle materie tecniche e scientifiche, dove l’aumento dei laureati è stato dell’11,3% in 5 anni, contro il 4,8% Ue, e dove il numero di «scienziati» per 1000 abitanti è 13,3, contro i 1,31 dell’Unione. Ancora più brillante il risultato per quanto riguarda le “scienziate”, che rappresentano il 37,1% del totale dei laureati in materie tecniche e scientifiche, contro il 31,2% dei Ventisette. L’ultimo problema sollevato da Bruxelles è che l’Italia investe una quota del pil leggermente inferiore alla media europea e ha fatto meno progressi di altri nell’aumento di questa spesa.p.c