da Il Sole 24 ORE
La lettera del ministro Fioroni ai docenti delle scuole italiane
di Francesca Milano
A trent'anni dal rapimento di Aldo Moro il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni scrive una lettera indirizzata ai docenti di tutte le scuole italiane. "Vi scrivo si legge nel testo perché spero che vogliate accogliere il mio invito ad approfondire insieme ai Vostri studenti la storia degli anni Settanta e degli uomini che hanno segnato quegli anni: politici, magistrati, avvocati, poliziotti, medici, persone comuni vittime del terrorismo".
Il 16 marzo, quindi, in tutte le aule degli istituti scolastici, insegnanti e studenti ricorderanno il presidente della Democrazia Cristiana rapito e ucciso dalle Brigate Rosse negli anni di piombo.
"Credo che le nuove generazioni continua il ministro nella sua lettera debbano essere consapevoli che c'è stato in Italia un periodo ricco di spunti, di innovazioni, di nuove mode e nuovi stili di vita, di partecipazione civile e allo stesso tempo di violenza e di dolore. E Moro fu uno dei personaggi più importanti di quel periodo, anzi il grande artefice e il garante dei nuovi equilibri politici".
Sono numerose le iniziative che si terranno in questo periodo anniversario dei tragici 55 giorni di prigionia di Moro per ricordare il politico ma soprattutto l'uomo. Nelle scuole di tutta Italia sono state organizzati dibattiti, incontri e approfondimenti storici. "Quando a scuola ci confrontiamo con i ragazzi su temi complessi di storia recente o di attualità ricorda Fioroni ai docenti lo facciamo con la coscienza di non possedere una verità e dunque consapevoli della necessità di esercitare gli strumenti dell'analisi storica nella direzione della ricerca; è in questo prezioso cammino e grazie ad esso che svolgiamo un servizio al Paese, educando le nuove generazioni al senso critico e alla profondità".
Dopo trent'anni, come prevede la legge, dovrebbe decadere il segreto di Stato sull'inchiesta e sugli oltre cento faldoni provenienti dal Sisde, dal Sismi e da sedi diplomatiche italiane all'estero. Lo scorso mese di novembre Romano Prodi aveva assicurato che i regolamenti sarebbero stati emanati «nei tempi previsti», entro aprile 2008. Ma erano altri tempi, tempi in cui la caduta del governo non era immaginabile. A chiedere che venga tolto il segreto di Stato sui documenti che potrebbero far luce sull'episodio più buio dell'Italia dal dopoguerra ad oggi sono anche Giovanni Pellegrino, ex presidente della commissione Stragi e il giudice Rosario Priore, che diresse le prime quattro inchieste sul caso Moro.
Anche se lontano negli anni, l'assassinio di Aldo Moro resta un nodo fondamentale nella storia del nostro Paese. "Ricordare Moro, nella condanna incondizionata ad ogni forma di terrorismo sottolinea il ministro dell'Istruzione - è un'occasione per far sentire ai ragazzi il legame che unisce la loro vita alla vita degli altri, la loro vicenda alle vicende di tutti. Di renderli partecipi della serietà delle cose, sia pubbliche che le private, e del loro intreccio. Di sentire la responsabilità alla quale siamo tutti chiamati quando si tratta di capire, trovare il senso e cooperare alla realizzazione del bene comune".