da Repubblica
Scuola, 1.700 cattedre in meno
Allarme dei sindacati: "Aule più affollate, penalizzati i piccoli centri"
Palermo perderà 432 posti. A settembre la riduzione potrebbe risultare più pesante
SALVO INTRAVAIA
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Per la scuola siciliana il 2008-2009 si prospetta come un anno di lacrime e sangue. È l´allarme lanciato dai sindacati dopo l´incontro di ieri con il direttore dell´Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano. L´Isola paga un prezzo piuttosto salato al risanamento dei conti pubblici: di fronte al taglio, ancora parziale, di 1.727 cattedre, Flc Cgil, Cisl e Uil scuola e Snals parlano senza mezzi termini di «scippo alla scuola siciliana».
Il colpo di scure rappresenta quasi il 30 per cento del taglio nazionale (6.072 cattedre) e sarebbe solo in parte motivato dalla prevista diminuzione degli alunni. «In impressionante continuità politica tra i vari governi - denunciano i sindacati - la scuola viene considerata luogo di risparmi invece che luogo nel quale investire».
Solo in provincia di Palermo occorrerà "risparmiare" 432 cattedre. Tartassate anche le province di Messina, Agrigento e Trapani, che dovranno rispettivamente sacrificare sull´altare della Finanziaria 273, 174 e 176 posti. Con quali effetti? «Un attacco alla scuola - sostengono confederazioni e Snals - che si tradurrà in classi sempre più affollate, in contrasto alle leggi, e persino nella soppressione del servizio scolastico in piccole realtà montane e nelle isole minori».
Di fronte a un panorama a tinte fosche alunni, genitori e insegnanti hanno poco da stare allegri. Perché a settembre, secondo la circolare sugli organici, il taglio (applicato per il momento solo al 60 per cento) potrebbe assumere proporzioni ancora più pesanti, superando le 2.800 unità. A settembre le classi con 31 alunni, considerate fino a quest´anno fuori legge, diventeranno di colpo legali perché si dovrà trovare il posto agli alunni con il "giudizio sospeso" a giugno che a fine agosto andranno incontro alla bocciatura. «È a rischio - aggiungono i sindacati - il diritto allo studio in una realtà che ha già elevati tassi di dispersione scolastica e di abbandoni e che ha registrato negli ultimi anni già il taglio di seimila posti di docenti».
Cgil, Cisl, Uil e Snals giudicano questi tagli «incoerenti e incomprensibili», in quanto considerano «inattendibili» le previsioni di decremento della popolazione scolastica siciliana sulla base delle quali è stato predisposto il taglio. «Già l´anno scorso - concludono i rappresentanti di categoria - il taglio è stato sovradimensionato rispetto al calo degli alunni». E annunciano «iniziative per contrastare queste decisioni».
L´unica buona notizia arriva dalla stabilizzazione del sostegno che, in Sicilia, vedrà 636 posti in più.