Il caos dei corsi di recupero 7 ragazzi su 10 con debiti

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Il caos dei corsi di recupero 7 ragazzi su 10 con debiti

Messaggiodi edscuola » 6 marzo 2008, 19:26

da Repubblica

Il caos dei corsi di recupero 7 ragazzi su 10 con "debiti"

Chiuso il I quadrimestre ecco la sorpresa dai primi dati: lezioni extra per due milioni di studenti. Ma mancano i fondi

SALVO INTRAVAIA
ROMA

Monta la protesta contro i "corsi di recupero". Il primo quadrimestre si è concluso il 31 gennaio ed è tempo di bilanci. Dopo gli scrutini, presidi e insegnanti hanno fatto i conti con i "nuovi debiti" scolastici: le insufficienze nella pagella del primo quadrimestre di cui la scuola, alla luce delle novità introdotte dal ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, deve farsi carico. I primi dati, non ancora ufficiali, sono davvero sconfortanti. Coloro che hanno riportato almeno una insufficienza sono il 75/80 per cento: quasi 2 milioni di ragazzi per i quali gli istituti devono organizzare il «recupero» portando a termine la normale attività didattica. Un dato che non deve sorprendere: l´anno scorso, il 50 per cento degli studenti italiani è stato bocciato o promosso "con debito" e nel primo quadrimestre le valutazioni sono sempre più basse. Al liceo classico Manzoni di Milano i ragazzi che dovranno recuperare sono 611 su 835, il 73 per cento. «Organizzare i corsi - ammette il preside, Luigi Barbarino - è stata una cosa pazzesca». Percentuale che sale all´80 per cento al tecnico industriale Marie Curie di Napoli e all´85 per cento al Volta di Palermo. La novità è che, quest´anno, la scuola deve attivarsi subito perché a giugno gli studenti che mostreranno lacune non saranno più "promossi con debito": resteranno nel limbo con la "sospensione" del giudizio. Il nodo sarà sciolto solo a fine agosto, dopo che gli studenti avranno seguito i corsi di recupero estivi e saranno stati sottoposti ad un esame finale. Così, il provvedimento che stringe la morsa sul superamento dei debiti scolastici ha messo d´accordo tutti: alunni, genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, tutti contro Fioroni. I primi a scendere in piazza sono stati gli studenti. Oggi, sarà la volta dei professori di Roma che si riuniranno in assemblea al liceo classico Mamiani e per il 18 marzo i Cobas hanno indetto uno sciopero della prima ora di lezione. Mille le perplessità avanzate, sulla questione, dagli insegnanti: stabilità degli organici, ferie e rischio, efficacia dei corsi di 15 ore, solo per citarne alcune. Una settimana fa, a Torino si è svolta una iniziativa «intersindacale», qualche giorno prima la protesta era scoppiata a Genova. E ieri a La Spezia è scoppiato il caso degli studenti "retrocessi di classe", con una quindicina di alunni dell´istituto professionale Chiodo che, a causa di debiti pregressi non saldati, non sanno potranno sostenere gli esami di maturità. «Non c´è stata nessuna retrocessione di classe», spiega la preside, Rosanna Cipollina, che ammette: «Ci sono delle criticità nel percorso scolastico di alcuni alunni che, per il bene degli stessi ragazzi, stiamo valutando con gli ispettori ministeriali».
Il tutto, mentre si moltiplicano le «mozioni» di interi collegi dei docenti che da Nord a Sud chiedono all´inquilino di viale Trastevere di ritirare l´ordinanza ministeriale 92 che regola il recupero dei debiti. Solo a Roma le scuole che hanno sfiduciato il ministro sono ormai una decina. Molte le perplessità avanzate anche dai presidi alle prese con la difficile quadratura del cerchio. «Le proteste non mi meravigliano - dichiara Giorgio Rembado, presidente dell´Associazione nazionale presidi - Abbiamo apprezzato il decreto che obbliga gli studenti a recuperare i debiti entro l´anno. La successiva ordinanza che ha privilegiato come forma di recupero il corso di 15 ore imbriglia le scuole. Quando i ragazzi sono carenti nel metodo di studio, a cosa serve il corso?». E ancora. «Come faranno - si chiede Rembado - gli studenti che hanno riportato insufficienze in più materie?». I fondi per organizzare i corsi "sono insufficienti o solo promessi alle scuole", dice Wolfango Pirelli, della Flc Cgil. «Ci risulta - continua - anche un´impennata delle lezioni private». Per questa prima tornata di corsi, una scuola di medie dimensioni deve anticipare 60 mila euro. Di fronte alla prospettiva di vacanze estive a singhiozzo e allo spauracchio di costose lezioni private, anche i genitori criticano la norma sugli «esami di riparazione». «È un problema organizzativo», dichiara Angela Nava, del Coordinamento genitori democratici - Con tante ore settimanali di lezione e molte discipline, per gli studenti degli istituti tecnici e professionali recuperare diventa difficile: 15 ore sono poche soprattutto se rivolte a gruppi numerosi». In alcune scuole i corsi saranno pomeridiani, in altre per consentire il recupero si osserverà un periodo di sospensione delle normali lezioni. Ci sono poi gli istituti che hanno optato per soluzioni miste, magari con sportelli didattici» e «didattica differenziata». «Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza culturale - dice la preside del Curie, Maria Filippone - I ragazzi con gravi lacune sono tantissimi e i corsi rischiano di essere un duplicato della lezione. Occorre una riqualificazione della docenza». E gli studenti? «Ho 5 insufficienze - dice Tiziano G, studente del Salvemini di Palermo - non conosco ancora le modalità di recupero ma non potrò certo seguire 5 corsi». I ragazzi criticano anche le modalità del supporto/recupero. «Molti docenti si rifiutano di fare i corsi: nella mia scuola 20 insegnanti su 50 sono esterni», spiega Ilenia, studentessa del linguistico Villari di Napoli. In altre scuole il recupero è concentrato di mattina in una o due settimane o nel pomeriggio fino alle 18. «Come può recuperare un ragazzo che segue 4 corsi con i professori che vanno avanti col programma?», si chiede la studentessa che definisce «drammatica» la situazione. «In alcune scuole i corsi sono previsti - denuncia Valentina Giorda, dell´Unione degli studenti - solo per coloro che hanno valutazioni dal 4 in giù. Chi ha 5 dovrà ricorrere alle lezioni private».
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