da Tecnica della Scuola
La cancellazione delle 24 ore non basta: i sindacati confermano lo sciopero
di Alessandro Giuliani
Anche per i più concilianti Cisl e Uil la protesta non si ferma: si teme che i fondi per evitare l’aumento di ore settimanale siano prelevati dal taglio della retribuzione accessoria che è parte del fondo di istituto. Ci sono poi il mancato rinnovo del contratto e degli scatti in busta paga. Il 13 assemblee nelle scuole. Il 14 e 24 novembre lezioni a rischio.
Non si torna indietro: i motivi della protesta del mondo della scuola contro la politica remissiva del Governo non si riducono solo allo scongiurato aumento delle ore settimanali dei docenti di medie e superiori. Quindi tutte le mobilitazioni e gli scioperi in programma nei prossimi giorni rimangono in piedi.
A sostenerlo, spiegandone le ragioni, sono stati il 12 novembre due dei segretari generali più aperti al dialogo con amministrazione e istituzioni. Ma che per l’indirizzo che il Governo ha ormai dato al suo esecutivo in fatto di scuola, stavolta sono passati dalla parte dei contestatori acerrimi.
“La soluzione trovata, tagli per 180 milioni di euro, è tutta da verificare”, spiega Massimo Di Menna, leader della Uil Scuola. “Non vorremmo trovarci di fronte – sottolinea - alla riduzione della retribuzione accessoria che è parte del fondo di istituto. Serietà suggerisce di leggere bene il testo della nuova norma votata dalla Commissione Bilancio, e di verificare se andrà ad incidere sulla retribuzione del personale anche perché, al solito, con il governo non c'e stato alcun confronto”.
Il sindacalista della Uil rammento poi “che rimane tutta aperta la questione dell'atto di indirizzo per il riconoscimento delle anzianità”. Inevitabile la conclusione. “Registriamo negativamente che, ancora non si è fatta una scelta di escludere il settore dell’istruzione, che ha già subito tagli consistenti, dalla attuale manovra finanziaria. Di fatto ancora nessuna qualificazione della spesa pubblica e tagli lineari che penalizzano la scuola e mortificano le professionalità. Tutti questi aspetti, con relative valutazioni, saranno approfonditi nelle assemblee di domani, 13 novembre che, come momento della mobilitazione, si svolgeranno i n tutte le scuole italiane”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si esprime Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, secondo cui "la cancellazione delle norme che modificavano gli orari dei docenti è un fatto positivo, ma non sufficiente a far rientrare la mobilitazione, che resta confermata, con tutte le iniziative che precederanno e prepareranno la giornata di sciopero del 24".
"Le modifiche alla legge di stabilità non sono l'unico nostro obiettivo. Va infatti ricordato - prosegue Scrima - che lo sciopero nasce dalla rottura del confronto sul recupero degli scatti di anzianità, le norme sull'orario dei docenti sono giunte in seguito ad aggravare una situazione già fortemente critica. Mentre esprimiamo soddisfazione per aver respinto un'invasione di campo fatta intervenendo per legge su materie contrattuali, chiediamo con forza che parta il negoziato per dare copertura economica al recupero dell'anno 2011 ai fini delle progressioni di carriera".
Per i sindacati, insomma, il mancato sblocco degli scatti automatici di anzianità rappresenta una vera sfida da vincere. "Vogliamo – ricorda Scrima - che le nostre intese, già efficaci per il pieno recupero di validità del 2010, trovino coerente attuazione anche per l'anno successivo. Il ministro Profumo ha il dovere di tener fede agli impegni assunti, il Governo non ha alcuna ragione per ritardare ulteriormente l'emanazione dell'atto di indirizzo che serve per avviare la trattativa", conclude il sindacalista della Cisl.
Confermato, infine, lo sciopero del 14 novembre. Quando si fermeranno i docenti di diversi Paesi europei per una politica di recessione generalizzata verso il mondo dell’istruzione. Tra i sindacati italiani più rappresentativi che hanno aderito alla mobilitazione di mercoledì 14 ci sono la Flc-Cgil, i Cobas e l’Unicobas.