da Repubblica.it
Si ferma la sperimentazione per i piccoli tra 24 e 36 mesi
Saltato l'accordo nella conferenza Stato-enti locali
Migliaia di famiglie in difficoltà si bloccano le "classi-primavera"
di SALVO INTRAVAIA
Stop alle "sezioni primavera". Brutta notizia per migliaia di famiglie italiane. Il blocco della sperimentazione scolastica per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi, avviata quest'anno, è scaturito ieri sera nella conferenza unificata Stato-enti locali. La Lombardia si è opposta alla proroga necessaria per proseguire l'iniziativa anche nell'anno scolastico 2008/2009 e, se non interverranno novità, a settembre l'esperienza sarà conclusa.
Le cosiddette sezioni primavera sono state pensate come servizio integrativo alla cronica carenza di asili nido in Italia. E, in questa prima sperimentazione, la loro apertura è stata accolta positivamente dalla scuola e dalle famiglie italiane. Che troppo spesso quando arrivano i figli si trovano di fronte a due alternative: pagare salate rette in istituti privati per la loro custodia durante le ore di lavoro o abbandonare il lavoro. E a farne le spese, spiegano le statistiche, spesso sono le mamme.
Quest'anno, sono circa 20 mila i piccoli che non avendo ancora compiuto i tre anni hanno trovato posto in una sezione primavera. Le richieste pervenute circa 12 mesi fa al ministero della Pubblica istruzione sono state più che doppie: 2.800 istanze. Ma gli oltre 33 milioni di fondi messi a disposizione dallo Stato hanno consentito l'apertura di 1.311 sezioni primavera. Quasi metà delle quali funziona oggi nelle 8 regioni del Meridione, dove la penuria di servizi alla prima infanzia è conclamata. In parecchie realtà del Paese i fondi statali sono stati integrati dai comuni, dalle regioni e dalle stesse famiglie.
"È grave - dichiara il viceministro della Pubblica istruzione, Mariangela Bastico - che si cerchi di impedire il proseguimento di una sperimentazione su cui si è avuto da subito un alto e diffuso gradimento da parte delle famiglie e dei soggetti gestori". Il progetto, continua la Bastico "ha colto importanti bisogni educativi dei bambini e delle famiglie, molto diffusi in ogni territorio, nelle grandi città come nei piccoli Comuni". A scommettere sulla riuscita dell'iniziativa sono stati due ministeri: della Pubblica istruzione e della famiglia. Per un totale di 29 milioni di euro, il resto è stato finanziato dai comuni e dalle regioni.
Il proseguimento della sperimentazione per un altro anno comporta la proroga dell'accordo sancito lo scorso anno in Conferenza unificata, mantenendone inalterate le modalità, il numero delle sezioni attivate e i requisiti di qualità. Il viceministro spiega che "è proprio questa proroga che non ha ottenuto il consenso della regione Lombardia". "Mi auguro che non sia proprio l'alto gradimento dimostrato dalle famiglie, dalle scuole, dai sindaci la causa del veto", prosegue il viceministro che non sembra intenzionata ad arrendersi. "Il ministero della Pubblica istruzione, a fronte del parere espresso dalla larghissima maggioranza delle Regioni e dai rappresentanti dei Comuni e delle Province, valuterà tutti i percorsi giuridici consentiti dalla legge, per mantenere l'operatività del progetto e per garantire le risorse e le sicurezze necessarie alle scuole affinché possano raccogliere le iscrizioni in tempi rapidi e certi. Per noi - conclude Bastico - la priorità è la risposta alle esigenze educative dei bambini e delle famiglie".