da ItaliaOggi
L'Invalsi fa bingo alla maturità
di Emanuela Micucci
Invalsi alla maturità e VALeS in tutte le scuole. Queste le priorità della strategia 2012-15 dell'istituto nazionale secondo la nuova direttiva triennale sulla valutazione del sistema educativo di istruzione (n. 85 del 12 ottobre 2012). Nessuna novità per l'attuale anno scolastico: resteranno obbligatorie le prove per tutti gli alunni di II e V primaria, I e III media, II superiore.
Si partirà il 7 maggio con lettura e italiano alla primaria, per proseguire con matematica il 10, poi toccherà alla I media il 14 maggio e il 16 alla II superiore, per finire il 17 giugno con la prova nazionale agli esami di III media (iscrizioni online per tutte le classi entro il 12 novembre). Poi, si cambia. Arriverà una rivelazione nazionale degli apprendimenti all'ultimo anno delle superiori, distinta per i diversi indirizzi. Ma non significherà né la fine del quizzone né la prova Invalsi alla maturità. Infatti, la rilevazione nazionale sarà fuori dall'esame di stato.
Tuttavia, nel corso del triennio, l'attività dell'Invalsi riguarderà anche la maturità: da una parte predisporrà modelli per l'elaborazione delle terze prove disponibili per le scuole; dall'altra realizzerà appositi quadri di riferimento con cui le commissione d'esame potranno valutare la prima prova scritta di italiano e, solo per gli scientifici, lo scritto di matematica. Lo scopo, spiega il ministro dell'istruzione Francesco Profumo, è «garantire maggiore omogeneità dei criteri di valutazione e comparabilità degli esiti delle valutazioni». Potrebbe, invece, sparire la prova Invalsi I media: una decisione che sarà presa nel corso del triennio così da attuarla in quello successivo 2015-19. Le nuove indicazioni nazionali saranno la bussola per definire le prove di italiano e matematica.
In II superiore la rivelazione riguarderà anche gli studenti dei percorsi di qualifica professionale. Si andrà verso la valutazione degli apprendimenti in altre discipline, cioè scienze e inglese, pur limitandosi a scuole campione. Mentre le prove saranno progressivamente svolte con il pc. Particolare cura, poi, nella restituzione dei risultati alle singole scuole grazie alle linee guida per la loro lettura, perché se ne possa fare uso nell'autovalutazione e nell'individuare il valore aggiunto della azione formativa. Tutte le scuole progressivamente potranno utilizzare gli strumenti e i processi per autovalutazione e valutazione che l'Invalsi ha messo a punto per il progetto sperimentale VALeS, coerentemente con lo schema di regolamento sul servizio nazionale di valutazione in via di emanazione. Per questo motivo si definirà un quadro di riferimento per elaborare i rapporti di autovalutazione da parte delle scuole e, per il progetto VALeS, i protocolli di valutazione delle scuole. Questi ultimi, validati, successivamente potranno essere utilizzati per la valutazione esterna delle scuole.
Per questo scopo l'Invalsi avvierà piani di formazione di ispettori ed esperti del team di valutazione degli istituti. Partendo dal progetto VALeS, inoltre, verranno definiti gli indicatori per valutare i dirigenti scolastici, per poi estenderli a tutti i presidi. Questo «atteggiamento anticipatorio» relativo al progetto VALeS, però, non piace alla Fcl Cgil, che ricorda come si tratti di una sperimentazione appena avviata e non ancora terminata, di cui la direttiva dell'Invalsi già ne «prospetta la generalizzazione», «quasi postulando una coincidenza temporale di fasi che dovrebbero invece svilupparsi in sequenza». In tema di autovalutazione e valutazione compito dell'Invalsi è formare i dirigenti neoassunti. «Questa direzione generale – spiega Carmela Palumbo, direttore generale del Miur - curerà appositi seminari regionali con gli usr, che proseguiranno la capillare formazione di dirigenti scolastici e insegnanti».
Al termine del triennio, infine, l'Invalsi stenderà un rapporto sul sistema scolastico italiano che ne consentirà la comparazione internazionale, tenendo conto degli apprendimenti e delle performance delle scuole nei diversi contesti territoriali per individuare le aree critiche.