Sei ore in più, scuola in rivolta: ora gli stati generali

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Sei ore in più, scuola in rivolta: ora gli stati generali

Messaggiodi edscuola » 17 ottobre 2012, 8:58

da LASTAMPA.it

I SINDACATI: SI TAGLIA LA STRADA AI PRECARI. BERSANI: MISURE INACCETTABILI

Sei ore in più, scuola in rivolta
Profumo: ora gli stati generali

Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo si è detto pronto a discutere «purché si rispettino i vincoli di bilancio»

MARIA TERESA MARTINENGO

Tutti contro l’allungamento dell’orario degli insegnanti da 18 a 24 ore scritto nero su bianco nella proposta di legge di stabilità inviata alla Camera dopo l’approvazione in consiglio dei ministri. Il testo, pubblicato ieri, ha scatenato le reazioni dei sindacati, compatti nel chiedere la cancellazione del provvedimento, e ha suscitato una netta presa di posizione del segretario del Pd Pierluigi Bersani. «Le misure sulla scuola sono inaccettabili», ha detto Bersani, definendole «improvvisate» e, venendo al nocciolo del problema cui guardano le organizzazioni sindacali: «Chiudono la strada ai precari. La logica non tiene. La scuola ha bisogno che ci fermiamo e reimpostiamo il discorso in modo strategico».



Piena disponibilità al dialogo con Bersani e il Pd sulla scuola è arrivata poco dopo dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, «purchè si resti all’interno dei vincoli di bilancio votati dallo stesso Parlamento». Per il suo dicastero significa un taglio di 182 milioni. «Condivido appieno l’esigenza espressa da Bersani - ha detto il ministro - di impostare il confronto in un quadro strategico complessivo. È in quest’ottica che sto lavorando a una conferenza generale sulla scuola, nei primi due mesi del 2013, con il coinvolgimento di tutte le forze professionali e sociali. Circa le misure, ogni suggerimento nel dibattito parlamentare sarà benvenuto».



Per il sottosegretario Marco Rossi Doria «i vincoli di bilancio non possono che essere rispettati, ma non è sostenibile tagliare altri posti di lavoro nella scuola. Poi, il dibattito in Parlamento dovrà tener conto che non è più rimandabile l’avvio di un processo di innovazione che porti a una scuola secondaria più flessibile, più simile alla primaria, dove il tempo scuola degli insegnanti non coincide con le ore frontali, come nella maggior parte dei paesi sviluppati. Una condizione che è anche in parte all’origine dei risultati accreditati e abbastanza stabili della nostra primaria». Rossi Doria ribadisce che «occorre più progettualità, possibilità di recupero di chi è indietro, ma anche promozione di chi è avanti, maggiore flessibilità nell’organizzazione del tempo scuola, classi e aule non necessariamente corrispondenti per rispondere a bisogni non standardizzati. Tutto questo fa pensare a un progressivo aumento di orario per i docenti, a differenziazione di compiti. Certo, un processo così significativo non si fa facilmente con la legge di stabilità. Ma speriamo che le forze politiche in Parlamento colgano il problema».
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