da ItaliaOggi
In arrivo un taglio di 22 mila posti
di Alessandra Ricciardi
Tagli per circa 723 milioni di euro, ma senza effetti contabili. Il Tesoro evidentemente non si fida che anche la scuola possa dare un contributo alla sostenibilità dei conti pubblici per il 2013-2014. E però i tagli ci sono tutti: per almeno 22 mila posti. É l'effetto dell'operazione 24 ore, ovvero le 6 ore in più di cattedra la settimana per i docenti di ruolo, prevista dal disegno di legge di stabilità, in queste ore alla camera per l'avvio del suo iter parlamentare.
Nello stimare il risparmio, si precisa che si è scelto, «a fini prudenziali, di non addurre effetti positivi sui saldi di finanza pubblica... sebbene dalla norma conseguirà certamente una riduzione del relativo fabbisogno. Tali effetti potranno essere verificati a consuntivo». Ambienti ministeriali spiegano che la prudenza è dettata non solo dalla necessità di monitorare sul campo il funzionamento dell'operazione (che è facile a dirsi, ma non a farsi) ma anche dall'opportunità di lasciarsi un margine di trattativa con il parlamento e con i sindacati. Per tutti vale quanto detto dal ministro dell'economia, Vittorio Grilli, che ha chiarito: «Sì a modifiche migliorative, ma senza modificare i saldi finanziari». Sull'operazione 24 ore hanno già annunciato battaglia partiti e sigle sindacali. Se l'obiettivo finale di risparmio saranno quei 180 milioni di euro di cui si vociferava a viale Trastevere all'inizio dell'operazione 24 ore, è presto per dirlo. Bisogna attendere fine anno, quando il ddl sarà legge. Il disegno del governo prevede che i prof di ruolo dal prossimo settembre debbano svolgere un orario di cattedra di 24 ore, contro le attuali 18. Le 6 ore in più dovranno essere utilizzate innanzitutto per coprire gli spezzoni orari, ovvero le ore che residuano dalla costituzione delle cattedre ordinarie. Per farlo, è necessario che i docenti abbiano il relativo titolo di studio, non serve neanche l'abilitazione. Già oggi possono insegnare sugli spezzoni e fino a 6 ore in più la settimana ma il tutto è volontario ed è pagato a parte: circa 129 milioni di euro, tanto è costato nel 2011. E poi ci sono le supplenze brevi e saltuarie: in questo caso, tra secondaria di primo e secondo grado, si conteggia che si possano risparmiare altri 265 milioni di euro affidando le sostituzioni a prof di ruolo. Discorso a parte per il sostegno: con l'orario a 24 ore settimanali, da utilizzare solo sul sostegno e non su altre discipline, si risparmiano altre 10mila cattedre nell'organico di fatto. L'operazione 24 ore scatterà nella scuola di titolarità: il che significa che se non ci sono spezzoni o supplenze da fare nel proprio istituto, e sulla propria disciplina, un docente potrebbe trovarsi a non prestare le sue 6 ore in più a differenza di un collega. E però, il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, ha aperto a quella che sembra già essere una modifica alla norma: i docenti potranno avere orari differenziati, chi lavora meno sarà pagato di meno. E comunque si deve andare verso un ampliamento del piano dell'offerta formativa, dice il ministro, che farebbe pensare a un utilizzo su attività complementari delle ore che avanzano.
Il ddl Stabilità prevede che le 6 ore in più di cattedra siano compensate con 15 giorni di ferie. Il governo ha stimato, calendari scolastici alla mano, che si possono tranquillamente fare 47 giorni di ferie l'anno anche quando si fanno scrutini, esami di stato e programmazione dell'attività didattica di inizio anno. Fatte le ferie, infatti, avanzerebbero almeno altri 45 giorni disponibili. Insomma, si chiamano ferie quelle che già oggi sono giorni non lavorati.