da tuttoscuola.com
Pc e tutor al posto degli insegnanti?
In una lettera aperta inviata al ministro dell’istruzione Francesco Profumo, pubblicata con evidenza nel portale del sindacato, il segretario nazionale della Flc Cgil Domenico Pantaleo parla tra l’altro di “classi ancora senza insegnanti, personale ausiliario, tecnico e amministrativo non ancora nominato, grande confusione e difficoltà determinate dagli effetti del dimensionamento scolastico e dai tagli agli organici degli ultimi quattro anni, condizioni fatiscenti o insicure di tante nostre scuole”. Ma “queste miserie non la riguardano”, continua il sindacalista in diretta polemica col ministro, “e non riflette nemmeno sul recentissimo rapporto Ocse che pone il nostro Paese agli ultimi posti per investimenti in istruzione in rapporto al Pil, investimenti peraltro in costante diminuzione”.
Piuttosto, attacca Pantaleo, “tra le grandi innovazioni a cui lei pensa ci risulta essere, in un prossimo provvedimento legislativo, l’idea di sostituire gli insegnanti con i personal computer. Si vorrebbero cioè cancellare le scuole nelle piccole isole e nei comuni montani sostituendole con dei non meglio identificati Centri scolastici digitali, dove i bimbi sarebbero collegati in rete e le attività didattiche gestite in modalità e-learning sotto la vigilanza di un tutor”.
Ma il sindacalista annuncia “la più dura opposizione” contro questa operazione, che maschera in realtà “un ulteriore taglio di organico del personale, ammantato dall’alone della modernità e dell’innovazione” e “lo stravolgimento dell’idea stessa di scuola pubblica, costituzionalmente garantita, che verrebbe privata della essenziale funzione di mediazione culturale e didattica degli insegnanti”.
Insomma un’opposizione di principio a una delle modalità di insegnamento-apprendimento più innovative ed efficaci, come mostrano ormai molti esempi in Paesi con sistemi educativi avanzati ed equi come la Finlandia (quanto meno da aggiungere all’Australia e alla Groenlandia citate da Pantaleo). Il ‘tutor’ da utilizzare per l’e-learning peraltro non potrebbe essere che un insegnante, e per di più altamente specializzato. Perché demonizzare questa figura anziché valorizzarla anche dal punto di vista sindacale? E premesso che si deve fare ogni sforzo affinché gli studenti delle piccole isole e dei comuni montani abbiano pari opportunità, non va scartato a priori che la scuola pubblica possa avvalersi anche di insegnanti di tipo non tradizionale, se ciò può rappresentare un arricchimento dell’attuale offerta formativa.