da Tecnica della Scuola
Registro online: ma non è tardi?
I Cobas della scuola sollevano un problema: dove prenderanno le scuole i fondi per aggiornare i docenti alla dematerializzazione? E dove si sono già acquistati i registri cartacei?
Secondo il testo di Legge, a decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico. Tuttavia, dicono i Cobas, considerato che la digitalizzazione è a costo per lo Stato, le scuole saranno costrette, per attuare questa disposizione, ad attingere dal fondo d'istituto per retribuire l'esperto informatico che dovrà formare il personale all’utilizzo di questa nuova procedura, togliendo quindi risorse a qualche altra voce. Nello stesso tempo, visto che l’anno scolastico è iniziato, che fine faranno i registri che sono già a disposizione delle scuole? Verranno gettati via?
Fra l’altro, sempre in attesa che arrivi il pc in ciascuna aula e il tablet per ciascun docente (secondo le priorità stabilite dal ministro) “quasi certamente i docenti saranno costretti a compilare il registro on line da casa e con il proprio computer, dunque, chi non sarà in possesso di un computer dovrà comprarlo? E dovrà ancora una volta lavorare, gratis, da casa?
Una cosa è certa, dicono i Cobas, “dirigenti scolastici non possono obbligare i docenti a ricorrere al registro on line, perché manca il provvedimento attuativo della citata Legge, visto e rilevato che il MIUR non ha predisposto il piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative, perchè deve tener conto di quanto deliberato in tal senso dal collegio docenti e certamente non si può iniziare l'anno scolastico senza registro, rilevato che ad esempio le presenze o le assenze degli studenti da qualche parte andranno pur segnate.
Potrebbe però accadere che i docenti saranno obbligati a compilare il registro on line non appena questo sarà tecnicamente pronto, per cui rischierebbero di trovarsi nella situazione di effettuare due volte lo stesso lavoro.