da Tecnica della Scuola
Il Concorso a ds non era da annullare. Ecco le prove anti-Tar
Non è vero che le buste che hanno portato all’annullamento erano trasparenti. Lo ha detto il direttore dell’Usr della Lombardia, Giuseppe Colosio, rispondendo ai giornalisti. In Emilia-Romagna un medesimo ricorso era stato respinto
Tempi.it riporta l’intervista al direttore dell’Usr, Colosio che ha riposto alle domande dei giornalisti relativamente alla questione delle buste trasparenti che hanno indotto il Consiglio di strato ad annullare il concorso a dirigente.
Indicando la busta, Colosio non ha dubbi: «Sono le stesse che usano nei concorsi a Roma» dichiara. Potrebbe bastare, se non che, avvicinata a una qualsiasi fonte di luce, compaiano alcune scritte scure, da cui è difficile ravvisare il nome del candidato. «Se si fosse voluto invalidare l’equità della prova, sarebbe stato più semplice aprirle».
Ma Colosio prosegue, incalzato dalle domande dei giornalisti, nel descrivere lo svolgimento della valutazione. Le stanze dove si è svolta, al terzo piano dell’Ufficio regionale in Via Ripamonti, nella zona Sud di Milano, hanno due sole piccole finestre, con vetri opachi, che incorniciano una porta. Anche con le luci accese, sarebbe stato complesso valutare il nome di un candidato ponendo in controluce la busta. «Tanto più – prosegue Colosio – che in Emilia Romagna, per lo stesso ricorso, il Tar ha giudicato la trasparenza delle buste “ininfluente” ai fini della valutazione del contenzioso». Ricorso che è stato respinto. Due pesi, due misure.
«Alcuni interni all’Ufficio hanno provato l’esame da dirigente scolastico. Solo il 20 per cento di essi è risultato idoneo» a fronte di un’ottanta per cento scartato. È difficile ipotizzare la presenza di una mano invisibile che ha controllato gli esiti dell’esame. Sotto questo dato, però, possono essere nascoste le vere ragioni del ricorso. Di cui si attende ancora la soluzione.