da Tuttoscuola
Radiografia dei debiti scolastici. Più di un terzo degli studenti coinvolti
L’anno scorso il 36,1% degli studenti delle superiori (circa 760 mila) è stato promosso con uno o più debiti scolastici. Da quest’anno i debiti dovranno, però, essere saldati prima dell’inizio delle lezioni, altrimenti sarà bocciatura certa.
La più alta percentuale di studenti con debito si è registrata negli istituti professionali (41,1%), seguiti dall’istruzione artistica (39,6%) e dai tecnici (39,5%). Sarà qui, pertanto, che quest’anno dovranno esserci i più numerosi corsi di recupero. I meno indebitati sono risultati l’anno scorso gli studenti dei licei classici (28,7%).
L’anno critico per maggiori debiti è risultato il secondo (37,6%), mentre nel primo anno la percentuale è risultata inferiore anche perché è stato più alto il numero dei bocciati.
Rispetto al 2005-2006, la pressione del ministro Fioroni per maggiore severità nella valutazione degli studenti, ha avuto l’effetto di incrementare sia la percentuale dei bocciati sia quella degli studenti ammessi alla classe successiva con debito scolastico.
Dai dati pubblicati dalla direzione generale studi e programmazione del MPI risulta che gli istituti statali sono stati mediamente un po’ più severi degli istituti paritari nel caricare i ragazzi promossi con debiti scolastici.
La maggiore severità valutativa da parte degli istituti statali si è registrata comunque, più che nei debiti, nella bocciatura, come avvenuto, ad esempio, nel primo anno di corso degli istituti superiori dove si è registrata una differenza di quasi 10 punti in percentuale.
Radiografia dei debiti scolastici/2.
L’anno scorso i debiti degli studenti delle superiori erano soprattutto in matematica. La media nazionale del debito in questa disciplina ha toccato infatti il 44%, con una punta del 51,3% nei licei scientifici. Gli istituti superiori del Nord d’Italia sono risultati in matematica i più indebitati (45%), mentre quelli delle regioni del Sud se la sono cavata con un 42,7% di debiti.
Guardando più da vicino i singoli anni di corso, è al secondo che i debiti in matematica raggiungono il top con il 44,8%, superando di poco la percentuale del primo anno (44,6%). Nei successivi anni di corso la percentuale scende di poco (46,1% al terzo e 43,2% al quarto).
Dopo la bestia nera della matematica che, come abbiamo visto, lascia vittime in quantità, c’è la lingua straniera che miete vittime con debiti che toccano il 32,4% come media nazionale.
Nelle lingue sono i licei linguistici i più severi nella ammissione alla classe successiva, tanto che caricano di debiti nella disciplina il 65%. I meno indebitati nelle lingue sono risultati gli studenti dell’istruzione artistica (18,3%). Con riferimento alle situazioni territoriali sono le regioni centrali (Umbria in testa) a far registrare minori debiti nelle lingue (30,2%).
È andato decisamente meglio l’indebitamento in lingua e letteratura italiana che l’anno scorso ha fatto registrare tra gli studenti delle superiori il 14,3% (solo l’8,3% nei licei classici) con gli istituti meridionali in difficoltà più degli altri (16,2%).
I debiti in italiano nel primo anno di corso sono risultati particolarmente pesanti per gli studenti calabresi (20,5%) e campani (19,3%).
Ma le risorse finanziarie per colmare i debiti scolastici quante sono?
Sembra proprio che questa operazione salva debiti attraverso i corsi di recupero estivi fatichi ad essere accettata dal mondo della scuola, soprattutto per il fatto che può mettere a rischio vacanze degli studenti e ferie degli insegnanti.
Le obiezioni contrarie sono due e ad entrambe ha già risposto il ministero.
La prima è quella che, secondo l’art. 74 del Testo unico, tutte le attività didattiche, gli esami e gli scrutini devono terminare entro il 30 giugno. Il direttore generale per gli ordinamenti, Mario Dutto, ha precisato che le disposizioni particolari attuative della legge n. 1/2007 per la riforma degli esami di Stato consentono alle istituzioni scolastiche, in piena autonomia, di organizzare interventi di recupero anche dopo tale termine.
La seconda obiezione riguarderebbe la mancanza di risorse finanziarie. A questa accusa ha risposto sul proprio sito (quindi "ufficiosamente", si direbbe) il vice ministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, che ha snocciolato una serie di finanziamenti per il recupero dei debiti per un ammontare di 320 milioni di euro.
Proprio su questa puntualizzazione la Cgil-scuola svolge un’analisi più precisa, confutando quelle cifre, senza mai citare il vice ministro; analisi (www.flcgil.it), riferita ai fondi del contratto, a quelli della legge finanziaria e della legge sull’obbligo, arrivando ad un totale di "soli" 267 milioni o poco più. La differenza tra quanto prospettato dal ministero e da quanto calcolato dal sindacato è dunque di circa 53 milioni di euro.
Dopo aver fatto le pulci ai calcoli ministeriali, il sindacato di Panini conclude invitando il ministero a farsi carico delle differenze con finanziamenti aggiuntivi.
Intanto su questa vicenda dei corsi di recupero che rischia di accendere una polemica pericolosa, i Cobas della scuola hanno proclamato sciopero negli istituti superiori per la prima ora del 29 febbraio per chiedere il ritiro dell’ordinanza ministeriale n. 92 che li regolamenta.