da Tecnica della Scuola
Test sbagliati in cerca d'autore
di Reginaldo Palermo
Sono i test per l'accesso al Tfa. Ci sono esperti inseriti nell'elenco del decreto del 5 agosto che affermano: "Non abbiamo fatto nè test buoni, nè test sbagliati, semplicemente non abbiamo proprio fatto nulla". E c'è persino chi ha saputo da un amico di essere nell'elenco del decreto ministeriale.
Incredibile, ma vero: il decreto con cui erano stati a suo tempo nominati gli esperti per la stesura dei test per l’accesso al Tfa era talmente segreto e riservato che neppure i diretti interessati ne erano al corrente.
E adesso un bel gruppetto di esperti i cui nomi compaiono nel decreto dell’agosto 2011 minaccia di adire le vie legali e di chiedere che il pagamento dei danni derivanti dalla lesione della propria onorabilità professionale.
“Solo ora - dicono docenti e dirigenti coinvolti - abbiamo saputo di essere in quell’elenco, ma in realtà nessuno di noi ha mai prodotto i test incriminati. Non abbiamo fatto né buoni test, né test sbagliati: semplicemente non abbiamo proprio fatto nulla”.
Insomma, il pasticcio estivo del Tfa è persino peggiore di quanto potesse apparire a prima vista.
Centinaia, anzi migliaia di test sbagliati che a questo punto non si sa davvero da chi siano stati costruiti.
Forse, per conoscere la verità, è necessario che la vicenda finisca in un’aula di tribunale e allora, sotto giuramento, tutte le persone coinvolte dovranno raccontare come sono andate davvero le cose.
Uno degli esperti in elenco ci racconta: “Quando nelle settimane passate è esplosa la polemica sui test sbagliati, mi sono incuriosito e ho seguito la vicenda sui mezzi di informazione. Ovviamente mai e poi mai avrei pensato di poter essere chiamato in causa. Poi la sorpresa: qualche giorno fa è diventato pubblico il decreto del 5 agosto 2011, non mi sono neppure preoccupato di andarlo a leggere, fino a quando non ho ricevuto la telefonata di un amico che mi informava di aver letto il mio nome”.
E l’esperto come l’ha presa?
“La prima reazione - spiega - è stata di incredulità e poi di indignazione, ma poi...”
Poi cosa è successo?
“Beh, adesso - conclude - sto meditando seriamente di rivalermi anche in sede giudiziaria perché non ci sto davvero a veder messa in discussione così pesantemente la mia immagine professionale costruita con impegno e fatica in più di 40 anni di lavoro nella scuola”.
Difficile capire cosa potrebbe succedere adesso.
Certo è che il Ministero qualche spiegazione la dovrà pur dare e, soprattutto, dovrà fornire l’elenco “giusto” degli esperti che hanno concretamente lavorato alla stesura dei test. E se non lo farà spontaneamente, lo dovrà fare su richiesta di qualche tribunale.