da Repubblica.it
Il presidente francese: ogni alunno ricordi una persona scomparsa nell'Olocausto
Gli psicologi: "Inammissibile. Una strana idea, non si può imporre la memoria"
Sarkozy ai bimbi delle elementari "Adottate una vittima della Shoah"
dal nostro corrispondente GIAMPIERO MARTINOTTI
PARIGI - I politici francesi hanno il brutto vizio di voler imporre nelle scuole una lettura del passato e Nicolas Sarkozy non fa eccezione. L'anno scorso, ha voluto introdurre la lettura della lettera di un giovane partigiano comunista condannato a morte. L'altroieri sera ha proposto di ricordare l'Olocausto con un'iniziativa singolare: ogni ragazzino di quinta elementare dovrebbe "custodire" la memoria di uno degli 11mila bambini ebrei francesi deportati e uccisi durante la guerra. Un'idea che ha sollevato un coro di proteste, non per la memoria della Shoah, naturalmente, ma per la sua forma: insegnanti e psicologi trovano che la proposta sia completamente inadatta per bambini di 10-11 anni e che sia pericolosa dal punto di vista psicologico.
Invitato alla cena annuale del Crif (il Consiglio che riunisce tutte le organizzazioni ebraiche francesi), il capo dello Stato ha formulato così la sua proposta: "Ho chiesto al governo di fare in modo che ogni anno, a partire dal prossimo autunno, tutti i bambini di quinta elementare si vedano affidare la memoria di uno degli 11mila bambini francesi vittime della Shoah. I ragazzini di quinta elementare dovranno conoscere il nome e l'esistenza di un bambino morto nella Shoah. Niente è più intimo del nome e del cognome di una persona. Niente è più emozionante per un bambino che la storia di un bambino della sua età, che aveva gli stessi giochi, le stesse gioie e le sue stesse speranze".
Ma secondo gli psicologi, la teoria del presidente è totalmente fuori squadra, rischia di provocare nei ragazzini sensi di colpa e disturbi psichici.
Ne è convinta una specialista, Marie-Odile Rucine: "Questo discorso è inammissibile sul piano psicologico, è un'aberrazione". In pratica, il presidente non avrebbe fatto la differenza tra la psiche di ragazzini prima della crisi della pubertà e la psiche degli adulti. Il lavoro di memoria, continua la Rucine, dev'essere collettivo, non individuale: "Affidare a un bambino la memoria di un altro bambino, vittima dell'Olocausto significa dargli una missione che può essere destinata solo agli adulti". Critiche condivise dagli insegnanti e dai pedopsichiatri. Tutti convergono su un punto: a quell'età, i bambini sono incapaci di portare un peso individuale così forte. E i professori se la prendono anche con i politici: "Ogni volta che un avvenimento attira l'attenzione di un uomo politico, si sente obbligato di tirare in ballo la scuola. Sarebbe meglio lasciar fare gli insegnanti". Alcuni sindacalisti si sono detti "particolarmente scioccati" e il ministro della Pubblica istruzione ha cercato di calmare gli animi, garantendo un'applicazione flessibile della direttiva presidenziale.
Tra i politici, il segretario socialista, François Hollande, ha approvato l'iniziativa del presidente, poco apprezzata da molti suoi compagni di partito. Tra i critici più virulenti anche l'ex primo ministro Dominique de Villepin, che non si è lasciato sfuggire l'occasione per attaccare Sarkozy: "Mi sembra una strana idea. Non credo si possa imporre la memoria. E mi sembra che il peso di un bambino morto sia qualcosa di molto pesante da portare".