da Tecnica della Scuola
La scuola colpita da provvedimenti illegittimi
di L.F.
Approvato il D.L. n. 98 del 2011, con cui si prevede la razionalizzazione delle spese relative all’organizzazione scolastica. Un provvedimento discutibile che origina dalla lettera d'intenti spedita all'Ue l'anno scorso.
Nella calda estate 2011, quando il termometro dello spread segnava punte elevate da allarme rosso, l’agonizzante governo Berlusconi promise all’Europa, con una misteriosa e discussa lettera d’intenti, provvedimenti di tagli della spesa pubblica così massicci e pesanti, da non tenere in conto la legislazione vigente.
E’ proprio in quei giorni così drammatici che è stato approvato il D.L.n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011.
In questa legge all’art. 19 è prevista la razionalizzazione delle spese relative all’organizzazione scolastica. La scuola viene messa alle strette da una serie di provvedimenti discutibili dal punto di vista della legittimità. Primo fra tutti il dimensionamento scolastico già attuato dai piani regionali, che hanno creato scuole formato caserma con almeno 1000 alunni, il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità anche per il personale a tempo indeterminato, la riforma delle pensioni che penalizza particolarmente la scuola.
I dubbi di Costituzionalità su questi particolari provvedimenti è stato più volte denunciato dai sindacati e dagli esperti costituzionalisti.
La sentenza della Corte Costituzionale n. 147/2012, sull’illegittimità del dimensionamento scolastico effettuato dalle Regioni su direttiva della legge n.111 del 2011, sembra aprire la strada all’idea che la scuola sia stata messa alle strette da provvedimenti illegittimi.
Acclarato che il dimensionamento scolastico risulta essere un provvedimento costituzionalmente illegittimo, attendiamo di capire se anche il blocco degli scatti di anzianità sia considerabile un atto costituzionalmente illegittimo e se lo sia anche, soprattutto per il comparto scuola, la riforma delle pensioni attuata dal ministro Elsa Fornero.
Ci sono fondati motivi per pensare che questi provvedimenti volti a scardinare quello straordinario bene collettivo che è la scuola pubblica, siano costituzionalmente illegittimi.
Se cosi realmente fosse potremmo dire che in Italia si colpisce ciò che è utile e si risparmia su ciò che è superfluo.